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UN CAMMINO NUOVO PER IL CENTROSINISTRA

 

Vasto 2010Vasto 2010

Accomodante, riflessivo, aperto al Pd: così i giornali di oggi descrivono Antonio Di Pietro nel suo discorso di chiusura alla V° Festa nazionale di Vasto. Credo che sia l’esatta fotografia della realtà. L’annuale appuntamento con la festa nazionale del partito ha quest’anno un significato in più. Abbiamo portato sul palco della nostra festa una proposta concreta per il futuro del centrosinistra, l’idea di un nuovo Ulivo che si confronta e dialoga, con risultati positivi. Credo di non sbagliare quando dico che la festa di quest’anno è stata la più determinante di tutte dal punto di vista delle strategie e del futuro del centrosinistra. Il dibattito che, come padrone di casa, ho avuto l’onore di guidare con Rosi Bindi, presidente del Pd, Paolo Ferrero, Federazione della sinistra, Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, e Claudio Fava, Sinistra e libertà, è il contributo di Italia dei Valori a tracciare la rotta per il futuro. Ognuno ha parlato con le proprie sensibilità e ponendo l’accento sui temi più cari alla propria cultura politica: lavoro, disoccupazione, ambientalismo e conflitto di interessi. Ma al di là dei punti in comune e dei distinguo mi pare sia emersa chiaramente la volontà di dialogare intensamente per costruire. Non solo la volontà precisa e determinata a cacciare Berlusconi, ma anche la quella di voler contribuire concretamente ad indicare la rotta per il futuro del centrosinistra. Per quanto mi riguarda, ribadisco qui oggi sul mio blog quello che ho detto ieri dal palco della V° festa nazionale di IDV. L’hanno definita l’idea dipietrista e francamente non mi dispiace. Noi vogliamo, con determinazione, intraprendere un cammino nuovo nel centrosinistra e vogliamo farlo ora. So bene che è un cammino difficile e tutto da costruire. Ma di una cosa sono sicuro. E’ questa la strategia vincente e la scelta giusta per il futuro. Lo chiamino come vogliono: nuovo ulivo, pioppo, quercia o abete come ha detto ieri Antonio Di Pietro dal palco, ma facciamolo ora e subito. Scriviamo subito il programma del nuovo centrosinistra ed intorno ad esso costruiamo l’alleanza. E’ da qui che dobbiamo partire, ora o mai più. Non corriamo dietro ai sogni o all’arrivo del Papa nero, lasciando a Berlusconi e a questa maggioranza, Lega in testa sempre più padrona del centrodestra, il tempo ed il modo di continuare a fare a pezzi il Paese. Non aspettiamo altri tre anni per cacciare il Cavaliere. E’ tempo di tornare protagonisti. 

DUE INTERVISTE, TRE IDEE

Nella mia intervista a Repubblica di qualche giorno fa, ho espresso tre posizioni: sì ad un governo tecnico a tempo per fare la legge elettorale; rilancio della nuova alleanza di centrosinistra; apertura ad una alleanza ampia, un fronte di liberazione nazionale, per battere Berlusconi.  Ieri Bersani, in una lettera a Repubblica, ha detto, sostanzialmente, tre cose: governo tecnico per la legge elettorale, costruire il nuovo Ulivo, possibilità di un'alleanza democratica per mandare a casa Berlusconi. Sarà perché sono affezionato alle mie idee, ma non posso che condividere la posizione di Bersani. Alcune di queste cose, come la costruzione del nuovo centrosinistra, o nuovo Ulivo, dipendono da noi e siamo già in ritardo. Altre no, dipendono soprattutto da altri, dal fluire della situazione politica e dalla posizione delle diverse forze in campo. Antonio Di Pietro, intervistato dall'Unità, ha detto che il limite dell'alleanza è Casini. Sono d'accordo. Il limite della coalizione di centrosinistra è Casini. Ma se si dovesse andare al voto con questa legge elettorale porcata e di fronte al rischio di riconsegnare il Paese a Berlusconi, con una minoranza di voti, che cosa sarebbe giusto fare? Resto convinto che in questo malaugurato caso, e solo in questo malaugurato caso, la strada sia quella di un'alleanza di tutte le forze democratiche, di destra e di sinistra, per mandare a casa il videodittatore di Arcore. Su questo tema ci confronteremo all'interno del partito, con grande responsabilità. Sia chiaro, non sto parlando di allargare il centrosinistra all'Udc o a Fli di Fini, non sto parlando di una nuova coalizione, ma della possibilità di formare, una volta ed una volta soltanto, un fronte di liberazione democratico. Poi ogni forza politica tornerà nel suo schieramento. Un'alleanza costituente per riscrivere le regole della democrazia, che oggi è un campo di battaglia.