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DIAMO A CESARE QUEL CHE E’ DI CESARE

Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Chi è Cesare? A quanto pare è lui, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il quarto dei tre pensionati sfigati, Pasquale Lombardi, Flavio Carboni e Arcangelo Martino che, a quanto risulta dai verbali dei carabinieri, invece di dedicarsi ad una partita di briscola o tresette, tessevano trame oscure per ottenere nuove leggi, poltrone di prestigio, nuovi incarichi, sovvertimenti di risultati elettorali, finti dossier e chissà cos’altro e quant’altro. Quanto basta per parlare a buon titolo di una rete politico-affaristica tesa a minare la sicurezza e la stabilità delle istituzioni. Per il momento, come nei dieci piccoli indiani, ad una ad una saltano le teste di ministri e sottosegretari di chi in questa fitta rete, o in altre più o meno avvezze al malaffare, secondo le accuse dei magistrati, ci sguazzava a piacimento anzi ne era fautore e promotore. Prima Scajola, poi Brancher e oggi Cosentino. A dirla tutta, sono state tutte e tre dimissioni “spintanee”, sotto i colpi delle mozioni di sfiducia di Italia dei Valori. Se non ci fosse stata la nostra caparbietà e determinazione nel chiedere la testa di questa triade, probabilmente sarebbero ancora incollati alle loro poltrone. Curiosi Scajola, Brancher e Cosentino. Di fronte alle accuse dei magistrati, sono come le tre scimmiette: non vedono, non sentono, non parlano. Ora, tutti e tre questi signori, Scajola, Brancher e Cosentino, non passavano di lì per caso. Sono stati scelti dal premier e da lui investiti di ruoli prestigiosi, ai vertici del governo di questo Paese. Per di più, oggi scopriamo che Cesare è lo pseudonimo utilizzato dai tre allegri pensionati per riferirsi al presidente del Consiglio. Ghedini smentisce i carabinieri dicendo che l’accusa è inveritiera e ridicola. La magistratura sta valutando con attenzione il rapporto dei carabinieri. Staremo a vedere. Certo è che emerge con chiarezza non solo un quadro torbido ed oscuro che avvolge questo governo ogni giorno di più ma l’enorme responsabilità politica del presidente del Consiglio. Per questo, noi diciamo che Berlusconi deve andare a casa e sfiduceremo l’intero governo. Diamo a Cesare quel che è di Cesare: una onorata pensione, da trascorrere magari in una delle sue tante ville da nababbo. Così, tra una partita a tresette e una a briscola, avrebbe anche il tempo di affrontare i suoi processi.

COSENTINO A CASA: ABBIAMO VINTO

Non c’è due senza tre! Cosentino si è appena dimesso da sottosegretario. Conserva il suo ruolo di coordinatore del Pdl campano. Ognuno ha la classe dirigente politica che si merita. Ma le sue dimissioni da sottosegretario sono una grande vittoria di Italia dei Valori e della determinazione con la quale anche questa volta ha scelto di percorrere la via della mozione di sfiducia. Resta la profonda amarezza che ancora una volta, come nel caso di Brancher, questo governo senza vergogna non abbia sentito il bisogno per rispetto delle istituzioni e dei cittadini elettori di fare pulizia da solo ed abbia atteso la spada di Damocle del voto di sfiducia. Non ci stancheremo mai di ripetere che la legalita' e la tutela dell'onorabilita' delle istituzioni democratiche sono per noi valori imprescindibili e non negoziabili.

COSENTINO DEVE ANDARE A CASA

video: 

Dopo il caso Brancher, Italia dei Valori mette di nuovo sotto scacco la maggioranza. La nostra mozione di sfiducia, presentata nei confronti del sottosegretario Cosentino, insieme a Pd e Udc, chiude ogni via di fuga all’arroganza di questo governo, che non ha altra scelta che quella di chiedere le dimissioni del sottosegretario più “inquisito e chiacchierato” della storia, a meno che Berlusconi non voglia assistere all’implosione della sua maggioranza e alla sua fine. Ma la partita non finisce qui. Per farsi un’idea di chi sia davvero questo signore, basta dare un’occhiata ai capi di imputazione che pendono sulla sua testa. Indagato a Napoli per concorso esterno in associazione camorristica. Oggi, si aggiunge l’iscrizione per associazione a delinquere e violazione della legge anti P2 nell’inchiesta di Roma. Cosentino lavorava attivamente con l’imprenditore Martino, il faccendiere Carboni e il geometra Pasquale Lombardi, alla promozione politica di se stesso e alla demolizione dell’avversario Caldoro. Per questo, le sue dimissioni sono solo il primo atto. Infatti, il Tribunale di Napoli, che lo sta processando per concorso esterno in associazione camorristica, e che già si è visto respingere dalla Camera la richiesta di arresto di Cosentino (che pure la Cassazione aveva giudicato legittima) rischia ora di vedersi svuotare il processo, qualora la Camera respinga la richiesta dei magistrati campani di poter utilizzare nel processo le intercettazioni che lo inchiodano (ed il timore è più che fondato, visto che la Giunta per le autorizzazioni a procedere, chiamata a dare un parere preventivo, ha già detto di no). Siamo convinti che  se il Parlamento impedisse ai magistrati di fare il loro dovere diventerebbe politicamente e moralmente complice di Cosentino. Per questo, Italia dei Valori chiederà di discutere al più presto possibile di questo e che lo si faccia in diretta televisiva in modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità davanti al Paese. Nel frattempo, speriamo che il sottosegretario Cosentino compia un atto di decenza istituzionale e si levi dai piedi. La sua permanenza al Governo imbarazza ogni giorno di più l’intero Paese.

SU BRANCHER IDV NON MOLLA: A CASA!

Non so voi ma io, sulla vicenda Brancher, mi sento preso largamente per i fondelli. E siccome Italia dei Valori non è in Parlamento per assistere inerme agli imbrogli di questo governo e di questa maggioranza, non retrocede di un passo. La rinuncia di Brancher ad utilizzare il legittimo impedimento non è un atto di responsabilità come sostiene il Pdl e la Lega. E’ una colossale presa per i fondelli e non cambia di una virgola la sostanza del problema. Aldo Brancher ha rinunciato oggi al legittimo impedimento, grazie alla ferma e decisa denuncia di Italia dei Valori e di tutta l’opposizione, ma potrà avvalersene domani, quando e come vorrà se le cose si metteranno male. Qualcuno pensa forse che, se le questioni giudiziarie dovessero volgere al peggio per lui, il neoministro rinuncerà di nuovo al legittimo impedimento, oppure avanzerà scuse, come consigli dei ministri, ordinari e non, che partiranno da settembre dopo la pausa estiva? Aldo Brancher è e resterà nella storia di questa repubblica il ministro al legittimo impedimento, nominato solo ed esclusivamente per sfuggire alle aule giudiziarie. La questione delle deleghe e delle competenze attribuite al neoministro, da dieci giorni al centro di un giallo degno della miglior Agatha Christie, sono la prova lampante di quale sia la vera ragione della sua nomina. Si sono dovuti mettere di buzzo buono ad inventarsi qualche competenza per Brancher. Hanno dovuto lavorare di lima nel weekend per evitare di fare il bis con le deleghe del ministro Bossi prima e quelle di Fitto dopo. Sta di fatto che dopo dieci giorni sono nel marasma più totale. Aldo Brancher è il ministro inutile di un ministero inesistente. Per queste ragioni, Italia dei Valori valuterà insieme a tutte le opposizioni una mozione di sfiducia unitaria, fermo restando che andremo avanti anche da soli qualora il Pd non mantenga la sua disponibilità alla mozione di sfiducia. Sono convinto che questa mozione sarà il banco di prova per molte cose. Capiremo se la Lega vuole davvero un federalismo pulito che porti efficienza, o se ha intenzione di farne un vuoto slogan. Se i finiani hanno davvero una visione diversa della democrazia, della legalità e del decoro delle istituzioni. Se l’Udc e Casini sta all’opposizione davvero oppure, come siamo convinti da tempo, è la quinta colonna della maggioranza.

BERLUSCONI PEGGIO DI LIPPI

 Tempi difficili per il governo degli indagati. Non gliene va bene una ultimamente. Certo non è per colpa del fato avverso o del destino cinico e baro, ma dell’arroganza, dell’incompetenza, della demagogia e di tante altre cose…Iniziamo dall’ultimo scandaloso caso. Quello del neo ministro Aldo Brancher. Questo signore è sotto processo per appropriazione indebita nel caso Antonveneta. Appena nominato ministro, come noi avevamo ampiamente previsto, ha pensato bene di avvalersi del legittimo impedimento per sfuggire alla giustizia. Non è che ci volesse la maga Circe o l’oracolo di Delfi per capirlo, ma forse qualcuno ha pensato che non sarebbero arrivati ad essere così sfacciati. Ormai per sfuggire alla legge in Italia ci sono solo due modi: darsi alla latitanza o farsi nominare ministri da Berlusconi. Che in fatto di giustizia è piuttosto comprensivo…A causa di Brancher, nominato ministro per il federalismo, i rapporti tra Pdl e Lega hanno subito un netto peggioramento. Bossi ha detto che l’unico ministro per il federalismo è lui. L’Umberto ha ragione, ma un ministero bisognava inventarlo per permettere a Brancher di avvalersi del legittimo impedimento. Tanto paga Pantalone. Capitolo federalismo: bastasse un ministero. I tagli contenuti nella manovra si son o abbattuti come una mannaia sui progetti di ammodernamento dello Stato, checché ne dica Tremonti. Infatti i governatori hanno proprio ieri minacciato di restituire allo Stato le proprie competenze, che rischiano di non poter più assolvere per mancanza di moneta. I governatori non sono certo tutti di centrosinistra, anzi. Questo significa che c’è una crisi politica in atto nel centrodestra, un corto circuito istituzionale tra regioni e governo centrale e che i cittadini pagheranno il dazio. Più tasse e meno servizi. I soldi per asili, sanità, trasporti e tante altre cose, d’altronde, da qualche parte bisognerà pure trovarli. A meno che non si voglia chiudere l’Italia causa Tremonti. E la Lega, che ci aveva abituato a toni esasperati, che fa? Niente. Nonostante il federalismo rischi di saltare, nonostante la politica sulla sicurezza sia fallimentare (la Consulta dopo il reato di clandestinità ha bocciato anche le ronde), nonostante i governatori siano in mutande. Quanto bisognerà aspettare per vedere in piazza con lavoratori e pensionati anche i governatori in stile Full Monty? Di fronte alla totale disfatta anche un uomo considerato da molti poco simpatico ed arrogante come Lippi ha sentito il dovere di fare un totale mea culpa. Di certo un simile sussulto di dignità e di stile non troveranno mai alloggio dalle parte di Palazzo Grazioli.