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FREQUENZE TV, GRANDE VITTORIA IDV

In un momento in cui non si parla d’altro che di costi della politica, probabilmente la maggior parte della gente ignora un fatto importante, perché nessuno lo dice. Uno di questi costi è la mancata asta delle frequenze tv (vedi il mio intervento a Porta a Porta). Un costo che ha un nome ed un cognome, gli stessi che hanno rappresentato il guaio principale per questo paese fino a circa un mese fa: Silvio Berlusconi, che continua a pensare esclusivamente al bene delle sue aziende, così come ha fatto quando era alla guida dell’Italia ed in questo caso ha bisogno di tenere sotto controllo l’assegnazione delle frequenze. L’Italia dei Valori ha tallonato il governo su questo ed ora, nonostante non sarà ciò ad alleviare i cittadini degli oneri che questa manovra impone loro, siamo soddisfatti del risultato raggiunto ieri. L’accoglimento dell’ordine del giorno a firma Di Pietro per l'annullamento del beauty contest per una gara sulle frequenze televisive è un grande risultato, rappresenta la vittoria di una battaglia per la quale Italia dei Valori si è battuta in Parlamento con determinazione. Resta il fatto che, viste le esperienze in materia di ordini del giorno accolti e mai attuati, vigileremo in Parlamento affinché il governo mantenga fede agli impegni assunti, auspicando che, trattandosi di adempimenti amministrativi, l’esecutivo provveda tempestivamente ad annullare il beauty contest e organizzare una gara.

 

E SILVIO BENEDICE LASSINI: SPARGI SANGUE E FANGO, SONO CON TE!

 Nuovi e inquietanti risvolti nell'affaire Lassini. L'autore del vergognoso manifesto apparso a Milano "via le Br dalle procure" ha svelato a Porta a Porta di aver ricevuto una telefonata dal presidente del Consiglio nella quale il premier gli ha espresso la sua solidarietà. Se qualcuno, dunque, nutrisse ancora qualche dubbio sulla vera paternità morale di quei manifesti oltraggiosi è servito. Roberto Lassini, candidato Pdl alle amministrative di Milano, è il vero candidato in piena sintonia con il presidente del Consiglio. E' lui la fondamentale pedina del premier in questa campagna elettorale, tutta improntata a sangue e fango. L'unica che ancora non l'ha capito, o forse finge di non averlo fatto, è Letizia Moratti. La sindaca uscente e candidata per la prossima tornata amministrativa di Milano si è sperticata sui giornali a prendere le distanze e a dichiararsi non compatibile con il candidato Lassini. Ma la verità è che l'incompatibilità vera, preoccupante e allarmante, è quella tra la Moratti e Berlusconi che sta mettendo su una vera e propria macchina di sangue e fango pur di vincere, riducendo la Moratti a triste e patetica figura in affanno a ritagliarsi un minimo di taglio istutizionale. Forse la Moratti non lo sa o non se ne rende conto ma intorno a Lassini si sta creando, un vero e proprio movimento, con l'immancabile e irriducibile Daniela Santanchè, ed ha ricevuto la benedizione di Silvio Berlusconi. Cosa se ne fa Silvio, con i sondaggi che lo danno in picchiata libera, di Letizia Moratti? A cosa serve Letizia per una tornata elettorale cui lui stesso ha dato il valore di test nazionale e di plebiscito su di sé? Meglio mettere in campo la solita trita e ritrita strategia che conosce, con bei centravanti di sfondamento pronti a tutto pur di vincere: offendere le istituzioni del Paese e beffarsi addirittura del presidente della Repubblica cui sono andate tante scuse e grazie. Che fine farà Lassini se dovesse essere eletto? A Silvio poco importa. Il patto scellerato è che porti voti, poi per domani è un altro giorno e si vedrà.

BERLUSCONI PUTTANIERE

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Ieri durante la puntata di Porta a Porta, ho cercato – invano - di confrontarmi razionalmente con Stefania Prestigiacomo e Paolo Bonaiuti. Impossibile, semplicemente impossibile affrontare seriamente il discorso. Hanno fatto ricorso a tutte le loro tatti cucce per evitare di parlare  dell’inchiesta, delle responsabilità del premier, del declino cui costringe l’Italia, del lavoro che non c’è, delle imprese che chiudono. Insomma, non si è potuto parlare con raziocinio dei problemi del governo e quindi del Paese, e, soprattutto, delle soluzioni. Ora, però, i fatti sono fatti, e non c’è modo di tenerli nascosti. Almeno non a tutti. Non si può negare l’evidenza. Le parole hanno un peso, un senso ed un significato. Troppo spesso vengono pronunciate a cuor leggero, e questo in politica non va bene, perché le parole, per un politico, sono anche un impegno. Ed allora dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e chiamare le cose col loro nome. Se un uomo paga per avere prestazioni sessuali, come lo definireste? In italiano c’è una parola, magari poco elegante: puttaniere. Quando ho detto che il leader del centrosinistra non sarà un puttaniere, Bonaiuti e Prestigiacomo hanno scatenato una rissa verbale. Ma, tant’è, le cose stanno proprio così. La verità è sotto gli occhi di tutti ed è che il presidente del consiglio fa il puttaniere. E lo scandalo sarebbe dirlo? Non siamo ipocriti per favore…

MARIA STELLA NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

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Oggi m’improvviso cuoco come Brunetta. La ricetta del potere berlusconiano: prendete delle menzogne e spargetene in quantità nello studio televisivo; naturalmente assicurandovi prima la presenza di un conduttore compiacente, ribaltate la realtà, impedite agli interlocutori di dire verità scomode et voilà, il gioco è fatto. Semplice no? La puntata di ieri sera di porta a Porta (guarda il video), in cui mi confrontavo col ministro Gelmini, è esemplificativa. Il ministro dell’Istruzione (mah…) Maria Stella Gelmini, che per cultura e competenza non potrebbe neanche insegnare in una scuola, è invece una vera campionessa nell’arte della mistificazione. Di fronte alle critiche puntuali sulla riforma universitaria e alla valutazione politica di quanto pubblicato da WikiLeaks ha reagito mentendo con una disinvoltura straordinaria. Veramente in maniera imbarazzante. Ha descritto una realtà che non esiste, manco fosse Alice nel paese delle meraviglie. In maniera ammirevole ha cercato di negare l’evidenza, parlando con slogan e frasi fatte (scritte chissà da chi) e con tono monocorde ha illustrato i pregi di una riforma universitaria pessima che riporta il Paese a trent’anni fa. L’ha descritta come una legge contro i baroni e gli sprechi. E perché, noi per caso siamo favorevoli a baroni e sprechi? Ha screditato le rivelazioni di wikileaks affermando che erano false, dette da funzionari di terz’ordine sfigati, repressi e magari pure un po’ invidiosi. Peggio di un Capezzone qualunque ha impedito una discussione sullo stato di salute del premier e sulla scarsa considerazione che hanno di lui gli altri paesi. Insomma il ministro ha agito come un automa messo lì a fare la testa di legno. Io non penso che lei possa davvero credere a quello che dice. A meno di voler pensare che sia completamente incapace di intendere e di volere, sa benissimo cos’è la sua riforma, perché è stata fatta e quali gravi conseguenze ha sull’università e la ricerca. Ha recitato una parte E’ evidente che il governo ha paura e che non vuole che si parli di certe cose, neanche nei talk show. Forse è un segno che siamo già in campagna elettorale e questo è stato solo un assaggio. Se è così, dovremo prendere provvedimenti affinché la competizione elettorale si svolga nel rispetto delle regole democratiche, perché una vittoria di Berlusconi consegnerebbe il Paese al declino e all’ingovernabilità.

UN FAX E UNA MAIL PER RIACCENDERE L'INFORMAZIONE

L’informazione politica è stata spenta, mentre le tv rimangono accese a propinare agli italiani le verità di comodo di questo governo. Il Cda della Rai ha deciso così, probabilmente per obbedire ad ordini superiori. Una decisione molto grave che non ha precedenti nella storia italiana. Non si era mai visto che in campagna elettorale fossero spenti i programmi d’approfondimento politico, i talk show ed i dibattiti. Proprio quando cresce la voglia e la necessità d’informazione i programmi politici vengono cancellati in nome di una bizzarra applicazione della par condicio. Questo vulnus alla democrazia ha un nome e cognome: Silvio Berlusconi. Non è riuscito a cancellare la legge sulla par condicio ed allora ha deciso di interpretarla liberamente. Molto liberamente, un po’ troppo, tanto da provocare proteste anche da parte di chi, come Bruno Vespa, non fa mistero di essere su posizioni governative. Questa decisione provocherà anche un danno erariale dovuto al calo di ascolti e di pubblicità che non sarà inferiore, stando ai primi calcoli, a tre milioni di euro. Insomma, per compiacere il padrone l’azienda si è tagliata volontariamente ed autonomamente gli attributi. L’informazione politica sarà dunque appannaggio esclusivo di noiosissime tribune che nessuno vede e dei telegiornali di regime. E’ facile comprendere che si tratta di una situazione inaccettabile. Non ci sarà nessuno ad approfondire temi scottanti dell’attualità, gli scandali saranno taciuti e la verità in alcuni casi addirittura capovolta.  Facciamo un esempio, il principale telegiornale italiano dice che Mills è stato assolto e non che il reato è stato accertato ma prescritto. Chi ha come unica (o quasi) fonte d’informazione quel telegiornale, che idea avrà della realtà italiana? Della politica? Completamente deformata, crederà di vivere nel paese dei balocchi, governato dai migliori. Continuerà a pensare che Bertolaso è un eroe e che ci sono un sacco di veterinari amorevoli che si prendono cura di graziosi cuccioli. Siamo a un passo dal regime. Mediaticamente siamo già in una dittatura. Ora abbiamo due strade da poter percorrere: accettare supinamente la decisione di spegnere l’informazione o batterci per riaccenderla. Io scelgo la seconda e invito voi a fare altrettanto. Inondiamo di mail e di fax il direttore generale della Rai chiedendo di riaccendere l’informazione. Credo sia il momento di ribellarci. Per questo ho dato vita a un gruppo su Facebook dal nome Un fax e una mail per riaccendere l'Informazione (link). Fate girare il più possibile la notizia e inondiamo la Rai di Fax e mail. Compila la sottoscrizione qui sotto. Essere informati è un nostro diritto, informare (correttamente) un loro dovere. 

Compila il seguente form per inviare una mail al direttore generale Rai,
Mauro Masi, per chiedergli di "riaccendere l'informazione" (testo della mail).

Per maggiori informazioni leggi l'articolo:
"Un fax e una mail per riaccendere l'informazione"

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SERVITORI DI SE STESSI NON DELLO STATO

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C’è una cosa che proprio non mi va proprio dall’inizio di questa vicenda e mi riferisco all’aria da integerrimo servitore dello Stato che Guido Bertolaso si è stampato in faccia e con la quale si presenta davanti a tutte le telecamere possibili ed immaginabili, nove volte su dieci con gli uomini della protezione civile che gli fanno da scenografia di contorno.Lo ha fatto anche ieri sera, a Porta a Porta, quando ha tirato fuori le lettere inviate lo scorso Natale ai suoi uomini, con cui li esortava ed ammoniva a resistere alla tentazione dei regali di Natale. Francamente viene da ridere.Ribadisco, ancora una volta, che riguardo alle inchieste penali non ho nulla da dire e non voglio dire nulla. Sarà la magistratura a fare chiarezza. Anzi, per parte mia, auguro a Guido Bertolaso di uscire indenne dagli addebiti che gli vengono contestati. La questione che voglio porre qui, e che ho posto a lui ieri sera, è eminentemente politica ed etica.Mi domando come sia possibile che Guido Bertolaso, in nove anni, non abbia capito con chi aveva a che fare. Come sia possibile che, un integerrimo servitore dello stato quale lui si dipinge, non si sia fatto saltare la mosca al naso di fronte alla disinvoltura di un personaggio scaltro e furbo come Angelo Balducci. Mi domando come sia possibile che il ministro Di Pietro ci abbia impiegato tre giorni a capire chi fosse Balducci e due per rimuoverlo dall’incarico prestigioso che rivestiva e Bertolaso in nove anni non si sia accorto di nulla.Mi domando come sia possibile che un integerrimo servitore dello Stato quale lui si dipinge possa avere frequentazioni così assidue con gli imprenditori coinvolti e quasi vantarsene. Perché per prenotare quelle che lui definisce innocenti sessioni di fisioterapia debba chiamare al telefono l’imprenditore amico, proprietario del Salaria Sport village, procacciatore delle ormai note “ripassate” o “rilassate” con la fisioterapista brasiliana Monica.Mi domando come sia possibile che colui che si definisce un integerrimo servitore dello Stato, severissimo con i suoi, possa aver favorito nella distribuzione degli appalti cognati, fratelli, parenti e via discorrendo.Come sia possibile che, quando a settembre dello scorso anno il settimanale l’Espresso scoperchiò la pentola della cupola d’affari, come le tre scimmiette, Bertolaso abbia fatto finta di niente e non abbia invece sentito il dovere morale e professionale, come un qualunque serio servitore dello stato avrebbe sentito, di prendere informazioni sulla cricca di affari intorno al G8 della Maddalena?Quando penso alla figura del servitore dello Stato, mi viene in mente quando vent’anni fa, l’anziano avvocato con il quale studiavo mi raccontò un episodio della sua infanzia. Camminava con suo padre, a sua volta avvocato, per le strade di una cittadine veneta, e questi gli indicava i notabili de paese, il farmacista, il maresciallo dei carabinieri e via discorrendo. Tutti si profondevano in calorosi saluti. Finché non passò un signore che non parlava con nessuno e che a testa alta attraversava le strade della cittadina. Al passaggio di questo signore, il padre disse al figlio: “E questo è il procuratore della Repubblica, che non parla con nessuno e non saluta nessuno perché lui rappresenta lo Stato”. E’ questa l’immagine che preferisco serbare nella mia mente quando penso all’idea di un servitore dello Stato.

IL FASCISTA DI ARCORE

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    In Commissione vigilanza Rai ieri si è consumato l’ultimo atto di quel processo di fascistizzazione del Paese che il Governo sta mettendo in atto e che Italia dei Valori denuncia da tempo. In barba a tutti i regolamenti esistenti, con un’operazione senza precedenti, la maggioranza ha modificato il regolamento televisivo sulla campagna elettorale. Con la prima modifica ha escluso dalla prima fase di campagna elettorale tutte quelle forze politiche che non hanno eletti al parlamento europeo. Con la seconda, ha cancellato le trasmissioni di approfondimento giornalistico nel periodo elettorale. Dal 27 febbraio, dunque, fino al 27 marzo, Ballarò, Porta a Porta e Anno Zero non andranno più in onda.Nessuno prima di lui aveva osato tanto ma nella repubblica delle banane tutto si può fare. Chissenefrega della democrazia. La verità è che il dittatorello di Arcore si è fatto quattro conti, si è guardato intorno ed ha capito che l’unica chance per salvare la faccia è quella di narcotizzare le coscienze. La scintillante macchina della Protezione civile sta crollando sotto la scure di inchieste giudiziarie che stanno svelando un sistema di corruzione e di tangenti spaventoso. L’uomo dei miracoli, Guido Bertolaso, è indagato. L’economia è un campo di battaglia con troppi morti e feriti. Il Paese sta precipitando sempre di più in una crisi senza precedenti. La produzione industriale è ridotta ai minimi termini. Il Parlamento è fermo, immobile, assorbito a lavorare solo per i processi del premier.Siccome il dittatorello di Arcore sa bene che ormai la politica è apparire in tv, ha capito di non avere altra soluzione davanti che quella di far sparire la politica dagli schermi degli italiani. Ha capito che gli italiani meno sanno e meglio è. Per lui, ovviamente. La sua strategia è intontire le coscienze a colpi di soap opera, telefilm e varietà con tette e culi. Capiamoci bene. Lui non sparirà, anzi. Continuerà a troneggiare nei telegiornali ormai normalizzati ed asserviti e invierà le sue teste di cuoio nelle varie trasmissioni di intrattenimento a raccontarci la favola di quante cose belle e meravigliose ha fatto per il Paese.Il fascismo non nacque con un’occupazione militare ma modificando la legge elettorale. Primo Levi diceva “Ogni tempo ha il suo fascismo”. Questo è il tempo del fascista di Arcore.