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RIPARTIAMO DA DIRITTI E LIBERTA'

Ieri si è svolta la Direzione Nazionale di Diritti e Libertà, il movimento cui ho dato vita assieme a tanti amici subito dopo la scissione da IDV e, all’unanimità dei presenti, abbiamo deliberato di ritenere conclusa l’esperienza elettorale di Centro Democratico e di riprendere in piena autonomia la nostra strada originaria.
“Dobbiamo avere il coraggio di riconoscere che la lista Centro Democratico cui abbiamo dato vita con Tabacci è stata sonoramente bocciata dagli elettori. Nonostante fosse l’unica lista apparentata a PD e SEL non ha raggiunto nemmeno lo 0,5% dei voti”. Da questa esperienza Diritti e Libertà esce tuttavia rafforzata in due importanti convinzioni.
Non è più il tempo di partitini più o meno personali, per quanto animati dalle migliori intenzioni. Per questa ragione d’ora in avanti ci impegneremo prevalentemente in un’attività di natura politico culturale, piuttosto che politico elettorale, cercando con le nostre idee e proposte di contribuire ad un dibattito politico che, mai come in questo momento, appare povero e lontano dai temi reali.
Al tempo stesso,  riteniamo che le nostre proposte tendenti a porre al centro del dibattito politico il tema di una significativa e strutturale riduzione della spesa pubblica, attraverso un ridisegno profondo dell’organizzazione centrale e territoriale dello Stato e degli Enti locali, del welfare pubblico e di tutte quelle spese che risentono del controllo o dell’intermediazione della politica, renda Diritti e Libertà, oggi più che mai, una risorsa per la politica italiana. Anche per questo non riteniamo penalizzante l’assenza da un parlamento nel quale fin qui la discussione più cospicua sulla spesa pubblica ha riguardato le spese della bouvette di Montecitorio

AL VOTO: PERCHE’ SCEGLIERE CENTRO DEMOCRATICO

Ci siamo. Tra pochi giorni l’Italia avrà un nuovo governo e la possibilità di ripartire con il piede giusto, verso una strada che porti al benessere, al lavoro e alla moralità. In questo governo, Centro Democratico – Diritti e Libertà avrà un ruolo fondamentale, perché lotteremo per la giustizia, la democrazia e il welfare. Lotteremo per riportare lavoro, sostenere le imprese e diminuire con equità la pressione fiscale.

Lotteremo affinché il nostro Stato diventi più snello ed efficiente e metta in campo un welfare degno di un Paese dell’Europa del 2013. E sia ben chiaro: il welfare non inteso come misura caritatevole, ma come settore fondamentale della crescita, così com’è in tutti i grandi Paesi occidentali. Pensiamo ad esempio alla Francia, dove il welfare delle famiglie ha portato diversi punti di Pil.

Lotteremo strenuamente per le pari opportunità. Vogliamo un’uguaglianza vera tra uomini e donne, al di là degli slogan. Da questo punto di vista siamo un Paese di pazzi, che spende risorse immense per portare le donne ai livelli più alti di istruzione e poi dice loro che per il lavoro e le posizioni dirigenziali non se ne fa niente. Serve una svolta.

Sono certo che gli elettori sceglieranno con responsabilità nelle mani di chi riporre questo progetto e premieranno il centrosinistra di Pd, Sel e Centro Democratico. Siamo l’unica coalizione che ha sottoscritto una comune carta d’intenti e che sulla base di questa garanzia potrà dare vita a un governo stabile e responsabile, capace di riportare stabilità e crescita nel Paese. Dateci la possibilità di farlo. Votate “Centro Democratico – Diritti e Libertà”.

SE LA SQUADRA GIOCA CONTRO IL CAPITANO

Dire che Bersani è frenato dalla propria coalizione è come dire che il capitano di una squadra di calcio è frenato dai difensori e dagli attaccanti della sua stessa squadra. Ricordo che Pd, Sel e Centro Democratico hanno sottoscritto una carta d’intenti comune e da lì non ci smuoveremo. Siamo una coalizione ampia e decisa a formare un governo solido, capace di garantire la stabilità che ora serve all’Italia per portare avanti un programma di riforme che rimetta in moto il mercato del lavoro e restituisca equità alla pressione fiscale.

Monti insiste nell’insinuare negli elettori la distorta percezione di instabilità della coalizione di centrosinistra, ma è chiaro che è solo un bieco tentativo per avere un ruolo nel prossimo Parlamento. Monti è un gaffeur come Berlusconi, come dimostrano le ultime parole sulla Merkel. Un mezzuccio da campagna elettorale che, francamente, non ci aspettavamo dal professore. Che infatti continua a perdere credibilità.

Chi ci attacca in questo modo rivela solo di puntare all’ingovernabilità, che in questo momento storico sarebbe il male peggiore per il nostro Paese. Abbiamo bisogno di un governo stabile, rispettoso degli impegni presi con l’Europa e responsabile verso quel cammino di riforme sostenibili di cui la nostra società ha bisogno. E sono sicuro che gli elettori alle urne ci daranno ragione.

C’E’ CHI NON LA SPARA

La presa in giro infinita. Ora basta. Dobbiamo mandare Berlusconi a casa. Perché altrimenti lui non si fermerà, continuerà a spararla sempre più grossa infischiandosene del bene del Paese. La lettera sull'imu le batte tutte: un mezzuccio truffaldino per tentare di fatto di comprare il voto degli italiani, una pubblicità ingannevole indirizzata a colpire chi non è ben informato sul dibattito politico.

Questa campagna elettorale è stata deformata da false promesse e populismi, si è ridotta a una serie di spot e di botta e risposta che si rincorrono su twitter e nei vari spazi televisivi e radiofonici. Quello che sta accadendo per colpa di alcune forze politiche non è degno di un Paese democratico. L'unica coalizione che parla chiaramente agli italiani è quella del centrosinistra e Bersani si riconferma l'unico leader serio e affidabile per rimettere in moto il Paese. Pd, Sel e Centro Democratico non hanno bisogno di ‘spararle’ e si rifiutano di ingannare gli italiani. Noi parliamo chiaramente e con senso di responsabilità. Siamo l’unica coalizione ad aver sottoscritto una comune carta d’intenti e ad avere la coesione e l’ampiezza tale da garantire all’Italia un solido governo per il futuro.

Abbiamo preso degli impegni con l’Europa, che rispetteremo. E avvieremo un programma di riforme capace di restituire benessere al Paese, di dare respiro alle nostre imprese e rimettere in moto il mercato del lavoro, diminuendo la pressione fiscale. Metteremo lo Stato a cura dimagrante, con responsabilità: basta sprechi e clientelismi, basta sperperare risorse pubbliche. L’Italia è un Paese ricco, lo dimostreremo. Per leggere il programma di Centro Democratico, basta andare su www.ilcentrodemocratico.it

CHI E’ IL VERO LEADER?

Bersani si conferma il vero leader democratico di questa campagna elettorale. Mentre le altre forze politiche scadono nel populismo e nelle false promesse pur di entrare nel prossimo Parlamento, Bersani dimostra serietà e senso di responsabilità per il Paese parlando con onestà agli elettori e insistendo sulla necessità di un dibattito tv tra tutte le forze in campo. In un Paese democratico è così che dovrebbe essere condotta una campagna elettorale.

Chi non dimostra democrazia con il proprio comportamento non può far credere di volerla portarla nel Paese. La coalizione di centrosinistra è l’unica che si è fondata su un comune programma di intenti e che è capace di rappresentare un rinnovamento per l’Italia. Berlusconi, con le sue promesse, sarebbe capace di portare il Paese di nuovo sull’orlo del baratro. Per fortuna non sarà in grado di farlo, perché gli italiani non si sono dimenticati della catastrofe causata dalle sue politiche, catastrofe che poi hanno dovuto pagare a caro prezzo con le manovre del governo Monti.

Poi c’è Grillo, che continua a sottrarsi a qualsiasi confronto con le altre forze in campo e ad allontanare i giornalisti. Mi dispiace, e lo dico sinceramente, per i militanti del M5S che credono nel rinnovamento prospettato dal loro leader. Ma quale rinnovamento può portare una forza politica che si fonda ancora sul leaderismo e sul personalismo? La vera rivoluzione è dare finalmente avvio alla Terza Repubblica, abbandonando i vecchi schemi e facendo spazio a quei movimenti veramente democratici che sono gli unici in grado di far seguire alle parole i fatti.

AMICIZIA O GIUSTIZIA?

Tra sette giorni sapremo con che piede ripartirà l’Italia. Confido che, anche in questi ultimi giorni di campagna elettorale, il centrosinistra di Pd, Sel e Centro Democratico si confermerà la coalizione più affidabile per guidare il Paese verso la crescita, con Bersani premier. Siamo di fronte a un momento storico che ci chiama ad una grande responsabilità. Diciamo addio a false promesse e vuoti populismi e ripartiamo con un governo solido e responsabile che riporti lavoro, crescita ed equità sociale nel Paese.

Oggi Berlusconi ha detto che lo Stato deve essere un 'amico', ma l'amicizia del Cavaliere la conosciamo tutti: in scena tante barzellette e nella sostanza solo fregature. Lo Stato, più che un amico, deve essere equo e giusto. Non dimentichiamo infatti che sono state proprio le ‘simpatiche’ politiche del governo Berlusconi a umiliare l'Italia e costringerci nel rigore del governo Monti, che, se è vero che ha fatto quadrare i conti, è altrettanto vero che lo ha fatto dissanguando i cittadini, portando alla disperazione le nostre imprese e paralizzando il mercato del lavoro.

Ora è giunto finalmente il momento di cambiare copione. Chiudiamo con false promesse e politiche di rigore ed apriamo la stagione di un solido governo di centrosinistra. Vedremo se, e come, ci sarà il confronto tv tra le varie forze in campo per queste elezioni. Sappiamo bene che Berlusconi tenterà di strumentalizzare la presenza televisiva in suo favore, ma confido che dal confronto emergerà chiaramente la superiorità del programma della coalizione di centrosinistra e la serietà di Bersani. Al contrario di tutti gli altri, infatti, Bersani non è un populista e non usa la demagogia come strumento per la raccolta facile del consenso. E per questo gli elettori ci premieranno. Soprattutto in questo momento, in cui molti leader cedono a vacue o irrealizzabili promesse elettorali, la sobria impostazione del centrosinistra è più che mai una dimostrazione di affidabilità.

CORROTTI PIU’ FURBI

È vero, dai tempi di Tangentopoli il fenomeno della corruzione e’ cambiato. Il problema e’ che e’ cambiato in peggio, perché oggi i corrotti sono più furbi. E questo perché un certo tipo di politica, che ha trovato la sua espressione massima negli anni di governo Berlusconi, ha sistematicamente depotenziato le armi a disposizione della magistratura per combattere il fenomeno della corruzione. Insomma, si è creato un habitat piuttosto ospitale per chi, nel nostro Paese, vuole fare tali affari criminali.

A poco è valsa la legge anticorruzione del governo Monti, che non ha dato una risposta adeguata al problema. Due semplici esempi lo dimostrano chiaramente: oggi, nel nostro Paese, un pubblico funzionario che si lascia corrompere non rischia posto di lavoro e l’impresa che corrompe può continuare a stipulare appalti con la pubblica amministrazione. Ora, è evidente che non è questa la strada da percorrere se vogliamo veramente combattere la corruzione, un fenomeno che da solo ruba al nostro Paese ben 60 miliardi all’anno e che, quindi, una volta debellato potrebbe ridarci ampio respiro di spesa.

Non dobbiamo avere paura di guardare in faccia la realtà: la corruzione, purtroppo, è una piaga endemica dell’Italia, e resterà tale fino a che non si introdurranno misure veramente rigorose. Per questo, la lotta alla corruzione sarà per “Centro Democratico-Diritti e Libertà”, alleato di Pd e Sel alle imminenti elezioni, una delle grandi priorità delle azioni del prossimo governo di centrosinistra.

CHI OSTACOLA LO SVILUPPO

I problemi vanno affrontati, non giustificati. Oggi Berlusconi ci ha dato l’ennesima prova di ottusità e arretratezza. Ha detto: “Quando grandi gruppi come Eni, Enel o Finmeccanica trattano con Paesi che non sono complete e perfette democrazie ci sono delle condizioni che bisogna accettare per vendere i propri prodotti. Tangenti? Sono commissioni chieste in quei Paesi, le democrazie come la nostra queste cose non le fanno”. Queste parole fanno venire i brividi. E non è un fatto di voler essere moralisti, come dice Berlusconi, ma di non accettare di piegarsi alla corruzione, ovunque essa sia.

Se alla guida della nostra civiltà ci fossero stati personaggi come il Cavaliere non avremmo conquistato un singolo diritto. Come dire: se la schiavitù esiste, che ci possiamo fare? Siamo un Paese dell’Europa del 2013 e non possiamo accettare simili ragionamenti. E non lo possiamo fare soprattutto in questo momento, in cui l’Italia deve intraprendere un serio percorso di sviluppo e modernizzazione. Vediamo che oggi ci sono forze in campo che non possono rappresentare questo progetto. E in questo quadro, accanto a Berlusconi, si staglia sempre più chiaramente la figura di Grillo.

La somiglianza tra Grillo e Berlusconi, infatti, è sempre più sconcertante. Chi da una parte e chi dall’altra, i due sono così estremi che alla fine si toccano. Ieri abbiamo visto il sindaco 5 Stelle di Mira cacciare dalla giunta un’assessore perché incinta, oggi sentiamo Berlusconi giustificare le tangenti per il solo fatto che esistano. Queste logiche sono ingiustificabili e vanno combattute sia sul fronte politico che su quello culturale. Grillo e Berlusconi sono ostacoli a quel processo di sviluppo e modernizzazione che l’Italia, oggi più che mai, deve perseguire con decisione e rapidità. E la coalizione di centrosinistra si riconferma l’unica forza attualmente in campo capace di rappresentare e perseguire coerentemente questo processo.

EVITIAMO LA TRAPPOLA

C’è qualcosa in questa campagna elettorale che non torna. Lo avvertiamo tutti. Le buffonate stanno prendendo il sopravvento sull’informazione responsabile. Ovviamente primo motore di questo sistema è Silvio Berlusconi, che, però, come vediamo, ha fatto scuola. Il primo a rimetterci di credibilità è stato Monti, che ha definitivamente lasciato i suoi panni di professore per quelli del (mal riuscito) populista. Chi invece regge la sfida con il Cavaliere è senza dubbio Grillo, che con il suo linguaggio comico e denigratorio riesce egregiamente a smuovere la pancia degli italiani facendo leva sulla rabbia e sull’insoddisfazione.

L’unico leader che dimostra di non cedere a questo infimo gioco al ribasso è Bersani. E, paradossalmente, c’è chi confonde quest’onestà con l’assenza di polso. A questo punto la domanda da porsi è una sola: l’Italia, oggi, di cosa ha bisogno per migliorare? Di bassi istinti o di un serio programma di sviluppo? L’ho già detto e lo ribadisco: alle urne dovremo scegliere tra la pillola blu e la pillola rossa, proprio come nel film Matrix, ovvero tra vivere addormentati in un mondo di menzogne oppure affrontare la realtà.

La coalizione di centrosinistra, formata da Pd, Sel e Centro democratico, è l’unica a sostenere compatta un serio programma di riforme che porti benefici concreti a lungo termine. Ed è l’unica che potrà dare vita un governo ampio e stabile, che è quello che gli italiani vogliono e che l’Europa ci chiede. Penso che gli elettori siano stufi, oggi più che mai, di essere presi in giro. E il centrosinistra si riconferma l’unica forza in campo a rivolgersi al Paese con chiarezza e onestà. Noi non vogliamo far leva sulla pancia degli italiani, ma sul loro senso di responsabilità per il futuro. Non cadiamo nella trappola della gara a chi la spara più grossa, e spero che le urne premino questo senso di responsabilità, che è il punto di snodo fondamentale per ripartire col piede giusto.

LE SANGUISUGHE DELL’ITALIA

Il prossimo governo deve votare una buona legge sulla corruzione e sul falso in bilancio. Il nostro Paese è ricco e piano di risorse, ma la piaga della corruzione e delle logiche clientelari sta facendo marcire interi settori del sistema. Lo scandalo di Finmeccanica ne è l’ultimo esempio, l’ennesima delusione per gli italiani, una grande vergogna per l’Italia di fronte al mondo.

La magistratura farà chiarezza su quanto accaduto, ma è sempre più chiaro che per rilanciare il sistema Italia dobbiamo portare avanti una battaglia serrata alla corruzione e all’ingerenza della politica nei settori strategici del Paese. Pensiamo anche alla sanità. È inammissibile che un settore così fondamentale per la vita delle persone sia ridotto a merce di scambio o a bacino clientelare da parte di una certa politica.

L'Italia ha bisogno di valorizzare le sue eccellenze, che sono tante, e le persone che si impegnano con professionalità nel loro lavoro. Logiche clientelari, corruzione e criminale gestione delle risorse continuano come sanguisughe a privare il nostro Paese di grandi risorse. Dobbiamo riprendercele, e Centro Democratico si batterà affinché il prossimo governo si faccia promotore di una buona legge su corruzione e falso in bilancio.