Taggati con: elezioni

CON GIANNI RIVERA IN TOUR

Domani sarò con Gianni Rivera per un tour di tre tappe in Veneto. Toccheremo Verona, Padova e Mestre per affrontare temi fondamentali come la crescita economica attraverso lo sport, i giovani e la solidarietà. Gianni Rivera, campione dello sport e della vita, ha deciso di candidarsi con “Centro Democratico - Diritti e Libertà” e di contribuire alla vittoria del centrosinistra. Sono convinto che il suo impegno civico e la sua passione rappresentino un grande esempio, soprattutto per i giovani. E nel nostro tour di domani parleremo anche con loro dell’idea di Italia che vogliamo mettere in piedi con il nostro progetto politico. Sarà una giornata dal grande valore culturale, in cui incontreremo rappresentanti della società civile che ascolteremo e con cui ci confronteremo con particolare riferimento alle esigenze del territorio.

Alle 10 saremo a Verona, presso la Sala Lucchi della Palazzina Alberto Masprone (Piazzale Olimpia, 3). Qui, insieme a Gustavo Franchetto, incontreremo amici e simpatizzanti di “Centro Democratico - Diritti e Libertà” per discutere e confrontarci sulle imminenti elezioni politiche. La chiamata alle urne si avvicina e per noi è fondamentale esporre chiaramente il nostro programma ed aprirci al confronto con i cittadini. Siamo sicuri della nostra scelta, perché pensiamo che la coalizione di centrosinistra possa vincere le elezioni e dare vita a un governo stabile che sappia portare avanti le riforme che oggi nel nostro Paese non sono più rimandabili, in primis per riavviare il mercato del lavoro, rimodulare con equità la pressione fiscale e incentivare la cultura e il rispetto del territorio.

Dopo Verona ci sposteremo a Padova, dove alle 12:30 faremo visita, insieme ad Alfio Capizzi, all’associazione Anafim Onlus (Via B. Telesio, 25) per parlare di sociale, un settore che è stato sacrificato dalle ultime manovre politiche e che giorno dopo giorno vede chiudere sempre più associazioni, cooperative e servizi. Anafim Onlus è un’associazione nata da dipendenti ed ex dipendenti della Difesa, sia militari che civili, con lo scopo di assistere i figli disabili dei dipendenti stessi ma anche chi, fra di loro, ha le stesse problematiche. Pensiamo che il confronto con loro sia fondamentale e che chi si impegna in politica abbia più di tutti gli altri la responsabilità di conoscere di persona le realtà socialmente più difficili. Non accettiamo la scelta di chi vive in una torre d’avorio e si dimentica della realtà del mondo in cui vive, e non la accettiamo a maggior ragione se a farla è chi è delegato dal voto democratico a rappresentare le necessità dei cittadini in Parlamento. Per questo abbiamo accettato con molto piacere l’invito dell’associazione, che ringraziamo fin da subito dell’ospitalità.

Il tuor si concluderà a Mestre, presso l’Hotel Ambasciatori (Corso del Popolo, 221), dove a partire dalle 16 terremo un dibattito pubblico sullo sport, l’economia e i giovani. L’incontro sarà moderato da Marco Benozzi e arricchito dai contributi di Giovanni Mazzonetto e Edy Strickner. A volte si rischia di dimenticare che lo sport è un settore importante per creare posti di lavoro e incentivare la crescita economica. Parleremo di cosa vuol dire fare sport oggi, quali possibilità si aprono ai giovani e come il settore si inserisce nel nostro progetto generale di ripresa economica e sociale. Sarà un’occasione fondamentale di confronto con i cittadini, che invitiamo a partecipare per dare vita, insieme, a un dibattito pubblico e proficuo in un momento in cui l’Italia, e la politica, ha bisogno più che mai di aprirsi al territorio e al contributo di tutti.

IL VORTICE COMUNICATIVO CHE INGANNA I CITTADINI

C’è chi vuole conquistare spazi nella prossima legislatura anche mettendo a rischio il futuro del Paese. Il vortice di false promesse a cui stiamo tristemente assistendo mira ad ingannare i cittadini per un po’ di consenso elettorale, trascina a fondo la qualità della campagna e mina la nostra credibilità internazionale. Il dialogo tra le forze politiche in campo dovrebbe basarsi su programmi reali e responsabili, non sulla gara a chi la spara più grossa.

Le false promesse in questi ultimi venti anni hanno solo affossato l’economia e la società italiana. Ne abbiamo visto i risultati sulla nostra pelle. L’Italia ora non ha bisogno della proposta shock sull’Imu di Berlusconi, di cui il cavaliere si guarda bene dal sottolineare i danni collaterali, ma di un programma serio e chiaro, su cui le forze in campo dovrebbero confrontarsi responsabilmente per assicurare al Paese un governo stabile che restituisca lavoro, benessere e moralità.

E invece vediamo che alcune forze politiche, consapevoli di non poter avere la maggioranza, puntano all’ingovernabilità pur di avere un ruolo nella prossima legislatura, non curandosi del futuro del Paese e cercando di rosicchiare voti alla coalizioni di centrosinistra, che si riconferma l’unica capace di portare avanti il progetto di rilancio dell’Italia.

 

LO SPACCIATORE DI PROMESSE STUPEFACENTI

L’ultima sparata sull’Imu conferma che Berlusconi è uno spacciatore di promesse stupefacenti. Ma chi spaccia false illusioni non ha a cuore il futuro del Paese, quel Paese che Berlusconi già una volta ha portato sull’orlo del baratro. La campagna elettorale di alcune forze politiche oggi in campo dimostra chiaramente che, in  mancanza di un solido progetto alle spalle, pur di accaparrarsi una manciata in più di voti si scade nel promettere cose irrealizzabili e attaccare l’avversario più forte, ovvero il centrosinistra, cercando di minarne la credibilità.

Ma questi signori non hanno forse chiaro che governare non è una gara a chi la spara più grossa, ma è la scelta di assumersi una grande responsabilità e di farlo con onestà e chiarezza verso gli italiani. Oggi più che mai, in un momento storico decisivo per imprimere finalmente una svolta di crescita e moralità al Paese, mi chiedo come chi pronuncia queste vacue promesse riesca a dormire la notte.

Di una cosa però sono sicuro, ovvero che gli italiani non ci cascheranno e che Berlusconi perderà. Abbiamo visto troppo chiaramente sulla propria pelle i danni provocati dalla mala gestione della cosa pubblica negli ultimi anni. Per questo, confido che a prevalere alle urne sarà la concretezza e la responsabilità del centrosinistra, l’unica forza oggi in campo con un solido e condiviso programma per restituire concretamente al Paese lavoro, crescita e moralità.

LA DEBOLEZZA DI MONTI E INGROIA

Si sentono deboli e sanno di non avere argomenti forti, ecco perché continuano a lanciarsi in assurde supposizioni sulla presunta non stabilità della coalizione di centrosinistra. Sto parlando di Monti e Ingroia, due mondi che sebbene rivendichino posizioni monto distanti l’uno dall’altro finiscono per andare a braccetto sulla strategia della campagna elettorale: attaccare la coalizione Pd, Sel e Cd, puntando su Vendola in particolare, cercando di trasformare in debolezza il nostro punto di forza, ovvero la capacità di rappresentare le istanze progressiste del Paese dall’ala più moderata a quella più riformista.

È infatti chiaro a tutti che la nostra coalizione è l’unica capace di garantire un governo stabile, capace di portare a termine un programma di governo progressista che restituisca al Paese lavoro ed equità sociale. Ma le altre forze politiche cercano di rosicchiare qualche manciata di voti per avere un ruolo nella prossima legislatura, ma così facendo dimostrano solamente di puntare all’ingovernabilità’ e quindi di non essere responsabili nei confronti del Paese.

Pd, Sel e Cd si sono uniti sulla base di una solida alleanza programmatica, l’unica capace di dare vita a un governo di centrosinistra che, come confermano gli ultimi dati Istat, ponga come priorità assoluta il lavoro.

DA PROFESSORE A CAVALIERE

Il professore sembra sempre più il cavaliere. Da quando è iniziata la campagna elettorale, Mario Monti sta perdendo sempre più credibilità. Le sue dichiarazioni sono basate sul populismo e sulle promesse alla Berlusconi di cui gli italiani sono stufi. Lo spread è la sua arma principale, minaccia malumori nei mercati e attacca di continuo le altre forze politiche. Risultato: sta spostando il dibattito pubblico dai reali problemi del Paese ad illazioni degne del peggiore talk show televisivo.

Monti, Casini e Fini puntano all’ingovernabilità per sperare di poter avere un ruolo nella prossima legislatura. Il loro vero interesse è questo, non il benessere dell’Italia. Ma oggi più che mai al Paese serve un governo stabile e politicamente omogeneo che sia capace di rilanciare l’economia, creare lavoro e sostenere le imprese, le donne e i giovani. La credibilità dell’Italia si misurerà su questo, anche a livello internazionale. Penso cha ai mercati spaventi più un governo disomogeneo che un solido governo di centrosinistra deciso a portare avanti un programma che punta alla crescita e all’equità sociale. E il centrosinistra ha la forza per vincere e governare con stabilità.

MONTI SCEGLIE LA STRATEGIA DEL TERRORE

Monti continua a scivolare sempre più in basso sporcandosi delle più bieche strategie da campagna elettorale. Prima il professore presidente della Bocconi è diventato populista e, oggi, ci sorprende con una strategia del terrore da manuale. Monti minaccia gli italiani prevedendo recessione e problemi con i mercati in caso di vittoria del centrosinistra. Insomma, utilizza lo spread come arma politica, cercando di alimentare la paura. Ma il professore mente sapendo di mentire, perché con l’ultimo governo di centrosinistra lo spread era a 37, ovvero quasi venti volte inferiore alle punte raggiunte dai governi di destra e dai governi tecnici.

I mercati non temono il futuro governo di centrosinistra, ma i disonesti, gli incompetenti e gli speculatori. I toni sempre più aggressivi del professore dimostrano solo la sua debolezza. D’altronde l’obiettivo politico della sua lista è l’ingovernabilità, per sperare di avere un ruolo nel prossimo parlamento. Ma il centrosinistra vincerà nonostante una legge elettorale capestro, perché i cittadini premieranno la serietà e la concretezza della proposta di governo.

Gli elettori ne hanno abbastanza di sentirsi presi in giro. La coalizione di centrosinistra non fa vacue promesse né cerca di ottenere voti insinuando false paure. Noi abbiamo un programma chiaro e un’alleanza solida. Pd, Sel e Centro Democratico sapranno portare a termine quelle riforme di cui l'Italia ha estremo bisogno rispettando gli accordi con gli altri Paesi. La più grande garanzia che l’Italia può dare è un solido governo di centrosinistra, eletto dai cittadini.

CHE FINE HANNO FATTO I SERVIZI SOCIALI?

Forse a qualcuno (Berlusconi, Monti) potrebbe essere sfuggito, ma i cittadini se lo stanno chiedendo: che fine hanno fatto i servizi sociali? Gli ultimi cinque anni di governo hanno visto una progressiva riduzione dei servizi sociali che ha lasciato senza sostegno le fasce più deboli della società. Ha detto bene Bersani: le prime risorse che si renderanno disponibili devono andare a chi ha bisogno, dobbiamo guardare in faccia chi è in difficoltà. Sì, guardare in faccia, perché altri invece che affrontare le criticità sociali hanno preferito tagliare i servizi, come se non pensandoci i problemi sparissero. Lo abbiamo visto nel campo dell’assistenza, della sanità, delle carceri. Ma che Stato è quello che taglia il welfare per far quadrare i conti? E al welfare aggiungiamo anche la cultura e la ricerca.

Questo non è un programma di progresso e crescita. No, questo suona più come una condanna. E se guardiamo la disperazione di alcune famiglie, ci chiediamo quale sia stata la colpa che stanno espiando. Ma la verità, lo sappiamo, è che i veri colpevoli sono altri. Sono quelli che guardano le statistiche e i propri interessi personali dimenticandosi che dall’altra parte ci sono persone in carne e ossa. Sono quelli che sprecano le risorse pubbliche in apparati mastodontici, cattedrali nel deserto e logiche clientelari.

Abbassare le tasse e aumentare il welfare si può. Il problema del nostro Paese non è che non produce ricchezza, ma che il sistema deputato a gestirla lo fa male. L’ho già detto più volte: allo Stato serve una cura dimagrante che ci faccia recuperare una buona parte delle risorse che ogni anno i cittadini onesti versano nelle casse dello Stato. Serve un programma serio che dia una sterzata e lasci la strada della mala gestione protagonista degli ultimi anni. E il futuro governo di centrosinistra è l'unico in grado di garantire un reale cambiamento.

IL LAVORO NON NASCE SOTTO I CAVOLI

Il lavoro è importante ma non nasce sotto i cavoli o per decreto legge. Si crea solo dopo che l'economia riparte. Sabato sono stato ospite ad un videoforum del Mattino di Padova, dove ho risposto in diretta alle domande dei lettori e della redazione. Cliccando sull’immagine qui di fianco è possibile rivedere l’intera chiacchierata.

Abbiamo parlato soprattutto di lavoro. Guardando all’ultimo anno di Governo, mi sembra che sulla questione si sia sfiorato il baratro. L’ultima riforma del lavoro è squinternata e scritta male, figlia di un’impostazione sbagliata. Il governo Monti ha fatto una riforma con l'accetta e ha lasciato per strada 500 mila esodati. E, a mio parere, non si è trattato di un “errore”. Il futuro governo di centrosinistra ripartirà da qui: dal lavoro, dalle imprese e dai diritti degli onesti.

Il problema del nostro Paese non è che non produce ricchezza, è che il sistema deputato a gestirla lo fa male, spreca ed è vittima di logiche clientelari. Nonostante la crisi, infatti, l’Italia è l'ottavo Paese al mondo per pil e il terzo per risparmio privato. Non è accettabile che questo sistema, complessivamente in salute, non si rispecchi adeguatamente nelle condizioni reali dei cittadini. Qui il problema non è solo abbassare le tasse, ma renderle più eque fra chi è più e meno benestante.

Lo Stato potrebbe trovare già oggi le risorse per abbassare le tasse, e farlo senza abbassare parallelamente la qualità dei servizi al cittadino. Lo ribadisco: le Province devono sparire. Ma non alla maniera in cui lo dice ora, tardivamente, la Lega, che tra l’altro ha osteggiato la mia proposta di legge. Penso che si debbano consorziare i piccoli Comuni, almeno per l’esercizio delle funzioni. E accanto a ciò, ridistribuire le risorse lì dove più servono. Non possiamo continuare a seguire piante organiche vecchie di cinquant’anni. In questa logica, la prima cosa da fare è spostare alcuni dipendenti pubblici dalle Poste all’Agenzia delle Entrate. Contro l’evasione, per recuperare ricchezza rubata a tutti gli italiani.

QUANDO LA POLITICA SI RIDUCE A BLUFF

Non c’è niente da fare: è più forte di loro. I partiti che sanno di essere messi male per le prossime elezioni si giocano il tutto per tutto continuando a bluffare, facendo credere agli italiani che non c’è nessuna possibilità che la coalizione Pd-Sel-Cd vinca le elezioni (ma come diceva ieri Bersani: “E se noi vincessimo? Vogliamo farla questa ipotesi?”). In più, ognuno tira acqua al suo mulino lanciandosi in azzardate ipotesi di sicure alleanze post voto che snaturerebbero il centrosinistra: nel centrodestra dicono che alla fine ci alleeremo con la sinistra più estremista e, in specularità quasi perfetta, a sinistra dicono che finiremo nell’abbraccio mortale del centro montiano.

Ognuno, insomma, “la spara” a modo suo. Tanto per dire qualcosa, per farsi sentire, per confondere gli elettori e sperare così di recuperare qualche voto in extremis. Ovvio che il confronto vero, quello che sarebbe utile al Paese, ovvero quello incentrato sui programmi di governo, stenta ad avere luogo in queste condizioni. Ed è un peccato mortale. Oggi più che mai, in un momento di così profondi cambiamenti e di grande preoccupazione per gli italiani, dovremmo avere tutti l’umiltà di mettere al primo posto il bene del Paese. Di mettere da parte i personalismi. Di offrire agli elettori, in modo limpido, i propri programmi di governo. E su questo dare alla democrazia fiducia.

Invece eccoci al solito cabaret. Ed è veramente triste vedere che una così ampia fetta della politica italiana usi senza vergogna la strategia del caos, invece di quella del confronto serio basato sui fatti. Soprattutto in questa importante sfida elettorale che deciderà le sorti del Paese. Il centrosinistra, dal canto suo, ha parlato chiaro fin dal primo momento, presentando agli elettori una solida coalizione ed esponendo con coerenza i propri programmi.

Siamo una coalizione ampia e solida, e siamo fiduciosi di vincere le prossime elezioni. Raccogliamo quelle forze progressiste pronte a metter in campo riforme chiare e condivise per rilanciare l’Italia e creare lavoro. E lo facciamo con grande amore per la politica. Non sfruttando la rabbia, non incutendo paura. Ma parlando chiaro e assumendoci le nostre responsabilità di uomini dedicati alla res publica e al bene comune. E speriamo, con questo, anche di poter essere testimonianza del fatto che la politica si può liberare da quella connotazione negativa che alcuni partiti le hanno messo addosso e che, forse ora più che mai, l’impegnarsi in politica è la più alta testimonianza dell’amore verso la propria società.

METTIAMO LO STATO A SANA DIETA

Allo Stato serve una cura dimagrante: eliminare sprechi e clientelismi e sopprimere alcuni livelli di rappresentanza territoriale, come le Province, restituendo efficienza ai servizi al cittadino. La strada tracciata dal centrosinistra è chiara e coerente. Il nostro obiettivo è recuperare quelle ingenti risorse che oggi vengono sprecate e abbassare le tasse, ridando respiro ai contribuenti. Il futuro governo di centrosinistra non persevererà negli errori del Governo Monti, che ha fatto quadrare i conti salassando gli italiani onesti.

Proprio oggi, il professore dice che affinché le democrazie moderne siano all'altezza delle decisioni difficili che le attendono c’è bisogno di grandi coalizioni più ampie rispetto a quelle normali. Noi del centrosinistra siamo d’accordo: la coalizione di Pd, Sel e Centro Democratico è ampia e pronta ad assumersi la responsabilità di decisioni importanti e non più rimandabili, ma che tuttavia io non definirei “difficili”. Perché non è difficile decidere di mettere un taglio al salasso degli italiani onesti, di restituire efficienza e meritocrazia all’apparato pubblico, di riattivare la crescita e lo sviluppo investendo le risorse che oggi vengono sprecate in clientelismi e strutture inefficienti.

Ci aspetta un periodo intenso, questo lo sappiamo. Ma forti di un governo di centrosinistra alla guida del Paese sono sicuro che sarà un periodo di rinascita e sviluppo. Abbiamo deciso di metterlo al centro anche nei manifesti di “Centro Democratico – Diritti e Libertà”: noi lavoriamo per “il giorno migliore”. Per noi il giorno migliore è quello in cui i giovani avranno un mercato del lavoro dinamico e aperto all’innovazione, in cui gli imprenditori sapranno di poter contare su un sistema fiscale giusto che non li costringa a scegliere tra la bancarotta e il lavoro nero, in cui gli italiani possano essere fieri del proprio Paese quando vanno all’estero. Questo è il futuro che vogliamo e per cui, fin da oggi, ci stiamo mettendo in campo. Fieri e sicuri del nostro grande disegno per l’Italia.