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CHE FINE HANNO FATTO I SERVIZI SOCIALI?

Forse a qualcuno (Berlusconi, Monti) potrebbe essere sfuggito, ma i cittadini se lo stanno chiedendo: che fine hanno fatto i servizi sociali? Gli ultimi cinque anni di governo hanno visto una progressiva riduzione dei servizi sociali che ha lasciato senza sostegno le fasce più deboli della società. Ha detto bene Bersani: le prime risorse che si renderanno disponibili devono andare a chi ha bisogno, dobbiamo guardare in faccia chi è in difficoltà. Sì, guardare in faccia, perché altri invece che affrontare le criticità sociali hanno preferito tagliare i servizi, come se non pensandoci i problemi sparissero. Lo abbiamo visto nel campo dell’assistenza, della sanità, delle carceri. Ma che Stato è quello che taglia il welfare per far quadrare i conti? E al welfare aggiungiamo anche la cultura e la ricerca.

Questo non è un programma di progresso e crescita. No, questo suona più come una condanna. E se guardiamo la disperazione di alcune famiglie, ci chiediamo quale sia stata la colpa che stanno espiando. Ma la verità, lo sappiamo, è che i veri colpevoli sono altri. Sono quelli che guardano le statistiche e i propri interessi personali dimenticandosi che dall’altra parte ci sono persone in carne e ossa. Sono quelli che sprecano le risorse pubbliche in apparati mastodontici, cattedrali nel deserto e logiche clientelari.

Abbassare le tasse e aumentare il welfare si può. Il problema del nostro Paese non è che non produce ricchezza, ma che il sistema deputato a gestirla lo fa male. L’ho già detto più volte: allo Stato serve una cura dimagrante che ci faccia recuperare una buona parte delle risorse che ogni anno i cittadini onesti versano nelle casse dello Stato. Serve un programma serio che dia una sterzata e lasci la strada della mala gestione protagonista degli ultimi anni. E il futuro governo di centrosinistra è l'unico in grado di garantire un reale cambiamento.

IL LAVORO NON NASCE SOTTO I CAVOLI

Il lavoro è importante ma non nasce sotto i cavoli o per decreto legge. Si crea solo dopo che l'economia riparte. Sabato sono stato ospite ad un videoforum del Mattino di Padova, dove ho risposto in diretta alle domande dei lettori e della redazione. Cliccando sull’immagine qui di fianco è possibile rivedere l’intera chiacchierata.

Abbiamo parlato soprattutto di lavoro. Guardando all’ultimo anno di Governo, mi sembra che sulla questione si sia sfiorato il baratro. L’ultima riforma del lavoro è squinternata e scritta male, figlia di un’impostazione sbagliata. Il governo Monti ha fatto una riforma con l'accetta e ha lasciato per strada 500 mila esodati. E, a mio parere, non si è trattato di un “errore”. Il futuro governo di centrosinistra ripartirà da qui: dal lavoro, dalle imprese e dai diritti degli onesti.

Il problema del nostro Paese non è che non produce ricchezza, è che il sistema deputato a gestirla lo fa male, spreca ed è vittima di logiche clientelari. Nonostante la crisi, infatti, l’Italia è l'ottavo Paese al mondo per pil e il terzo per risparmio privato. Non è accettabile che questo sistema, complessivamente in salute, non si rispecchi adeguatamente nelle condizioni reali dei cittadini. Qui il problema non è solo abbassare le tasse, ma renderle più eque fra chi è più e meno benestante.

Lo Stato potrebbe trovare già oggi le risorse per abbassare le tasse, e farlo senza abbassare parallelamente la qualità dei servizi al cittadino. Lo ribadisco: le Province devono sparire. Ma non alla maniera in cui lo dice ora, tardivamente, la Lega, che tra l’altro ha osteggiato la mia proposta di legge. Penso che si debbano consorziare i piccoli Comuni, almeno per l’esercizio delle funzioni. E accanto a ciò, ridistribuire le risorse lì dove più servono. Non possiamo continuare a seguire piante organiche vecchie di cinquant’anni. In questa logica, la prima cosa da fare è spostare alcuni dipendenti pubblici dalle Poste all’Agenzia delle Entrate. Contro l’evasione, per recuperare ricchezza rubata a tutti gli italiani.

QUANDO LA POLITICA SI RIDUCE A BLUFF

Non c’è niente da fare: è più forte di loro. I partiti che sanno di essere messi male per le prossime elezioni si giocano il tutto per tutto continuando a bluffare, facendo credere agli italiani che non c’è nessuna possibilità che la coalizione Pd-Sel-Cd vinca le elezioni (ma come diceva ieri Bersani: “E se noi vincessimo? Vogliamo farla questa ipotesi?”). In più, ognuno tira acqua al suo mulino lanciandosi in azzardate ipotesi di sicure alleanze post voto che snaturerebbero il centrosinistra: nel centrodestra dicono che alla fine ci alleeremo con la sinistra più estremista e, in specularità quasi perfetta, a sinistra dicono che finiremo nell’abbraccio mortale del centro montiano.

Ognuno, insomma, “la spara” a modo suo. Tanto per dire qualcosa, per farsi sentire, per confondere gli elettori e sperare così di recuperare qualche voto in extremis. Ovvio che il confronto vero, quello che sarebbe utile al Paese, ovvero quello incentrato sui programmi di governo, stenta ad avere luogo in queste condizioni. Ed è un peccato mortale. Oggi più che mai, in un momento di così profondi cambiamenti e di grande preoccupazione per gli italiani, dovremmo avere tutti l’umiltà di mettere al primo posto il bene del Paese. Di mettere da parte i personalismi. Di offrire agli elettori, in modo limpido, i propri programmi di governo. E su questo dare alla democrazia fiducia.

Invece eccoci al solito cabaret. Ed è veramente triste vedere che una così ampia fetta della politica italiana usi senza vergogna la strategia del caos, invece di quella del confronto serio basato sui fatti. Soprattutto in questa importante sfida elettorale che deciderà le sorti del Paese. Il centrosinistra, dal canto suo, ha parlato chiaro fin dal primo momento, presentando agli elettori una solida coalizione ed esponendo con coerenza i propri programmi.

Siamo una coalizione ampia e solida, e siamo fiduciosi di vincere le prossime elezioni. Raccogliamo quelle forze progressiste pronte a metter in campo riforme chiare e condivise per rilanciare l’Italia e creare lavoro. E lo facciamo con grande amore per la politica. Non sfruttando la rabbia, non incutendo paura. Ma parlando chiaro e assumendoci le nostre responsabilità di uomini dedicati alla res publica e al bene comune. E speriamo, con questo, anche di poter essere testimonianza del fatto che la politica si può liberare da quella connotazione negativa che alcuni partiti le hanno messo addosso e che, forse ora più che mai, l’impegnarsi in politica è la più alta testimonianza dell’amore verso la propria società.

METTIAMO LO STATO A SANA DIETA

Allo Stato serve una cura dimagrante: eliminare sprechi e clientelismi e sopprimere alcuni livelli di rappresentanza territoriale, come le Province, restituendo efficienza ai servizi al cittadino. La strada tracciata dal centrosinistra è chiara e coerente. Il nostro obiettivo è recuperare quelle ingenti risorse che oggi vengono sprecate e abbassare le tasse, ridando respiro ai contribuenti. Il futuro governo di centrosinistra non persevererà negli errori del Governo Monti, che ha fatto quadrare i conti salassando gli italiani onesti.

Proprio oggi, il professore dice che affinché le democrazie moderne siano all'altezza delle decisioni difficili che le attendono c’è bisogno di grandi coalizioni più ampie rispetto a quelle normali. Noi del centrosinistra siamo d’accordo: la coalizione di Pd, Sel e Centro Democratico è ampia e pronta ad assumersi la responsabilità di decisioni importanti e non più rimandabili, ma che tuttavia io non definirei “difficili”. Perché non è difficile decidere di mettere un taglio al salasso degli italiani onesti, di restituire efficienza e meritocrazia all’apparato pubblico, di riattivare la crescita e lo sviluppo investendo le risorse che oggi vengono sprecate in clientelismi e strutture inefficienti.

Ci aspetta un periodo intenso, questo lo sappiamo. Ma forti di un governo di centrosinistra alla guida del Paese sono sicuro che sarà un periodo di rinascita e sviluppo. Abbiamo deciso di metterlo al centro anche nei manifesti di “Centro Democratico – Diritti e Libertà”: noi lavoriamo per “il giorno migliore”. Per noi il giorno migliore è quello in cui i giovani avranno un mercato del lavoro dinamico e aperto all’innovazione, in cui gli imprenditori sapranno di poter contare su un sistema fiscale giusto che non li costringa a scegliere tra la bancarotta e il lavoro nero, in cui gli italiani possano essere fieri del proprio Paese quando vanno all’estero. Questo è il futuro che vogliamo e per cui, fin da oggi, ci stiamo mettendo in campo. Fieri e sicuri del nostro grande disegno per l’Italia.

MONTI CAMBIA LOOK E SI TRASFORMA IN POPULISTA

Incredibile ma vero: Monti si è scoperto populista. Avevamo previsto ogni possibile scenario per questa campagna elettorale, ma questo ha davvero dell’incredibile. Lo chiedo a voi: riuscite a riconoscere nel leader di Scelta Civica quel professore rigoroso e “super partes”, così come si era accreditato fin dal primo giorno a Palazzo Chigi e all’estero? Come cambiano in fretta le cose. Tant’è che anche la stampa estera ha già iniziato a sollevare seri dubbi sulla valenza di Monti come premier.

Improvvisamente, da quando ha iniziato a scaldarsi il clima della campagna elettorale, il professore infatti sembra aver subito un cambiamento di personalità. Mettere all’ordine del giorno del primo Consiglio dei Ministri un disegno di legge di riforma costituzionale per dimezzare il numero dei parlamentari; rivedere l’ultima riforma del lavoro; ridurre la pressione fiscale messa in campo dall’attuale governo. A sentire queste parole, molti di noi penserebbero alla bocca di Grillo. Invece no. Sorpresa: il populista qui è Mario Monti.

Il professore non può più prendere in giro gli italiani. Si è rivelato un politico nel senso più ruvido del termine. Quello che, quando è a Palazzo Chigi, non ha dubbi nel salassare il popolo italiano e mettere all’angolo le nostre imprese. Ma poi, quando si avvicina il voto e, come una scuola di pensiero insegna, gli elettori “devi farli sognare”, allora ecco che cambia improvvisamente linea e scivola (altro che “salita” in politica) sulle troppo allettanti promesse populiste.

Ma sono sicuro che gli elettori ne abbiano abbastanza di sentirsi presi in giro. E non avranno dubbi nel riconoscere che la coalizione di centrosinistra, di cui Diritti e Libertà fa parte in unione con Tabacci sotto il nome di “Centro Democratico – Diritti e Libertà”, non fa vacue promesse, ma rimane coerente su quei principi e quei progetti sempre difesi. E non vuole far sognare gli elettori, no: noi vogliamo che gli italiani siano ben svegli e coscienti, che sappiano che il centrosinistra è l’unica forza politica capace di coniugare il necessario rigore a una reale prospettiva di crescita e sviluppo. Questa è la vera solidità di cui il Paese oggi ha bisogno. E gli italiani lo sanno.

ALLE ELEZIONI CON DIRITTI E LIBERTA’

È fatta: Diritti e Libertà sarà presente alle prossime elezioni con candidati d’eccellenza in tutt’Italia. Così il nostro partito, che proprio oggi compie due mesi, si conferma come una reale forza politica, capace di organizzarsi sul territorio e partecipare a queste elezioni, così decisive per il futuro del Paese. Diritti e Libertà si presenterà agli elettori in lista con Centro Democratico, il movimento che fa capo a Bruno Tabacci, e insieme siamo decisi a portare la nostra spinta liberale e progressista alla coalizione di centrosinistra, a fianco di Pd e Sel. Sulle schede elettorali ci sarà il nostro simbolo: “Centro Democratico - Diritti e Libertà”.

Manca poco più di un mese al voto. Siamo tutti molto orgogliosi di questo risultato e, per questo, ringraziamo quanti hanno fin da subito aderito a questo progetto comune, hanno supportato la sua crescita, hanno creato reti sul territorio e i numerosi che, oggi, non hanno dubbi nel metterci la faccia e si presentano alle elezioni con il nostro simbolo. Le liste complete dei nostri candidati saranno presto on line. Per vederle, basterà andare sul sito www.ilcentrodemocratico.it, sul quale sono già disponibili le ultime novità sugli impegni che Diritti e Libertà e il movimento di Tabacci, insieme, stanno portando avanti in questa campagna elettorale.

L’alleanza “Centro Democratico – Diritti e Libertà” dà ancora più forza alle nostre idee. Quelle di un futuro in cui i giovani non siano costretti a scegliere tra la carriera professionale e il proprio Paese, un cui le nostre aziende siano incoraggiate a crescere, in cui lo Stato e le istituzioni siano veramente al servizio del cittadino. In alleanza con Pd e Sel, lavoreremo perché queste non rimangano solo idee, ma siano realmente le caratteristiche del nostro futuro. Dal 25 febbraio.

SE C’E’ CHI ANCORA VUOLE COSENTINO

Mi auguro davvero che la notizia di Cosentino candidato alle prossime elezioni sia presto smentita. Il Pdl Campania lo dà già per sicuro: “Il Popolo della Libertà campano ne va fiero. Ora sapremo batterci come leoni!”, leggiamo su Twitter. E c’è anche chi già parla di suo inserimento in posizione blindata al Senato, in terza posizione. Se mi chiedo come sia possibile, la risposta è una sola: stiamo pur sempre parlando di un partito che come frontman ha Silvio Berlusconi. Che ci potevamo aspettare? Accuse e processi, scansati, rinviati, prescritti, negati, sono all’ordine del giorno.

E questo infischiandosene della pulizia delle liste. Alla faccia degli italiani onesti, che esigono un Parlamento fatto di persone che li possano rappresentare davvero. In controcorrente rispetto a una mobilitazione nazionale per ridare dignità e credibilità al nostro sistema politico. Il Pdl conferma di essere un partito vecchio, superato, legato a quelle logiche clientelari e corrotte che hanno dilaniato questo Paese. Un partito così non può rappresentare il futuro degli italiani. E gli elettori lo sanno bene.

Non ho dubbi: il governo che uscirà dalle prossime elezioni sarà di centrosinistra. Quel centrosinistra coerente e coeso che ha messo la pulizia delle liste ai primi posti. Che si presenterà alle urne con candidati eccellenti e volti nuovi, giovani e preparati. Che ha aperto le porte della coalizione a tutte quelle forze politiche decise a portare avanti un programma di crescita e rinnovamento. “Centro Democratico – Diritti e Libertà” ha trovato il suo naturale collocamento a fianco di Pd e Sel in questa battaglia. E, sono sicuro, la vinceremo.

ECCO LA RICETTA PER ABBASSARE LE TASSE

Di fronte a certe ipotesi non possiamo che restare allibiti. Eppure mi capita di sentire inquietanti illazioni su un ipotetico, prossimo, aumento delle tasse. Ora, mi sembra veramente incredibile che una persona coscienziosa, oggi, possa anche solo prendere in considerazione una simile ipotesi, a meno che l’obiettivo non sia infliggere un clamoroso colpo di grazia ad ogni speranza di crescita del nostro Paese.

Ma capisco anche che, viste le manovre realizzate dall’ultimo governo, sia difficile per gli italiani onesti non avere timore di essere nuovamente salassati. Ma il futuro governo di centrosinistra su questo darà garanzie. Lo diciamo nuovamente: non persevereremo nell'errore del governo Monti, che ha fatto quadrare i numeri andando a colpire i patrimoni degli italiani onesti. “Centro Democratico – Diritti e Libertà” lavorerà instancabilmente affinché non solo non siano aumentate le tasse, ma anzi siano ridotte e il più presto possibile. Non sono vuote promesse elettorali. La ricetta c’è ed è alla nostra portata.

Dobbiamo mettere in piedi una lotta spietata all'evasione fiscale. Ecco come faremo quadrare i conti: mettendo in riga i disonesti, non frustrando chi già dà il suo contributo al Paese. E non solo: dobbiamo anche necessariamente ridurre le spese dello Stato, eliminando gli sprechi e i clientelismi. Così non solo ridurremo le tasse, ma potremo finalmente tornare a investire nella crescita e nella modernizzazione del Paese. L’Italia ha tutto quello che serve per portare a termine questo progetto. Ora serve un governo di centrosinistra che gli dia finalmente realizzazione. E la coalizione di cui facciamo parte è più che decisa a farlo.

LA DESTRA CONFONDE IN MANCANZA DI ARGOMENTI

Era prevedibile. Non avendo argomenti seri sui quali basare la campagna elettorale, la destra punta sul vendere fumo e da giorni batte su un ipotetico patto tra Bersani e Monti. È chiaro che i nostri avversari, dopo le primarie (che hanno abbattuto gli effetti del Porcellum) e la presentazione del grande progetto della coalizione di centrosinistra, si sono resi conto che non hanno un programma minimamente competitivo per il rilancio del nostro Paese. E allora via con illazioni, ipotesi, chiacchiere.

La destra, però, si dimentica che saranno i cittadini, con il loro voto, a determinare chi governerà il Paese. E lo faranno sulla base dei programmi e sulla solidità della coalizione che dovrà dare all’Italia anni di stabilità e crescita. E ne siamo sicuri: a vincere le elezioni sarà il centrosinistra. Perché ha un programma serio e concreto e perché è l’unica coalizione capace di coniugare il necessario rigore con la crescita e l’equità sociale. Non abbiamo bisogno di stipulare patti, perché siamo consapevoli della nostra forza e della nostra coerenza.

Abbiamo 40 giorni per rafforzare la nostra presenza sul territorio e convincere, con la forza dei fatti, anche quegli elettori indecisi o delusi dalla politica. La politica è lo strumento per costruire la realtà sociale che vogliamo, non possiamo arrenderci. È vero, molti partiti non si sono dimostrati capaci di coerenza e trasparenza. L’ho vissuto io per primo sulla mia pelle. Ma le cose stanno cambiando. L’attuale coalizione di centrosinistra ne è la prova. Andiamo avanti.

ECCO I NOSTRI CANDIDATI

video: 

Ecco il video del mio intervento alla conferenza stampa di presentazione delle liste di Centro Democratico – Diritti e Libertà alle prossime elezioni che si è svolta questa mattina alla Camera dei Deputati.

Da oggi, la terza forza della coalizione di centrosinistra mette in campo una squadra di candidati eccellenti, che tutti gli elettori potranno vedere ed esaminare sul sito www.ilcentrodemocratico.it. Porteremo avanti le nostre idee liberali e riformiste per dare vita a un governo stabile e trasparente. Puntiamo a governare, e non tifiamo per lo stallo come invece fa l’altra lista moderata in corsa in queste elezioni (leggi Monti, Casini e Fini). Siamo convinti di poter dare un solido contributo al prossimo governo, con la nostra coerenza e le nostre proposte liberali e riformiste. Ecco perché il voto a Centro democratico è un voto utile anche per Bersani.

Sarà una legislatura difficile, si dovranno assumere decisioni non sempre popolari, e governare oggi significa sapere che il cammino non sarà lastricato di petali di rose come fa credere Berlusconi. Per questo, chiunque vinca dovrà cercare un ampio consenso sociale in Parlamento e sostenere coerentemente il governo. E, lo dico per i più maliziosi, qui non si tratta di compromessi o inciuci, ma di farsi carico di una grande condivisione delle responsabilità. La risposta che abbiamo registrato dal territorio, dalle centinaia di militanti e simpatizzanti, è stata oltre le nostre aspettative. Su questa base, ci mettiamo la faccia e andiamo avanti con sempre maggiore convinzione. Più ampia sarà la base sociale, più forte sarà il governo. E noi in questo progetto ci crediamo veramente. Siamo pronti a realizzarlo.