Il governo ignora lavoratori e piccole e medie imprese, ma è sensibilissimo alle richieste delle banche. La norma...
Mamme, ma anche lavoratrici. Una proposta concreta
L'anno scorso, a pochi giorni dalla festa delle donne, ho presentato un progetto di legge sulla maternità. L'idea è nata ascoltando storie di donne che si sono trovate a scegliere di fronte al doloroso bivio: o i figli, o la carriera. In una società come la nostra, sempre più competitiva e caratterizzata da ritmi veloci e incalzanti, le donne che decidono di essere madri molto spesso sono costrette ad abbandonare il lavoro, perché le due cose assieme a volte sono purtroppo incompatibili. Nel nostro Paese si sa, la legislazione in materia di previdenza sociale per le donne in gravidanza è molto carente e per una donna che non ha la fortuna di avere una famiglia accanto o un compagno che abbia a sua volta orari di lavoro flessibili, diventa praticamente impossibile riuscire a mantenere il proprio lavoro, quando non vi è un contratto a tempo indeterminato. In questa direzione si muove la proposta di legge che ho presentato al Parlamento, da un lato, propone il finanziamento di una serie di incentivi alla maternità e, dall'altro, propone l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne a sessantacinque anni, equiparandola sostanzialmente a quella degli uomini. Più specificatamente, la proposta di legge prevede la modifica del periodo obbligatorio di congedo per maternità, che dovrebbe passare dai due mesi precedenti e dai tre mesi successivi al parto ai due mesi precedenti e ai cinque mesi successivi, e la riduzione dell'ulteriore periodo facoltativo di congedo per maternità dai sei mesi attuali a quattro mesi. Inoltre, prevede, l'opportunità per le madri, al termine di questi due periodi di congedo, l'uno obbligatorio e l'altro facoltativo, di ottenere un reinserimento graduale nell'attività lavorativa attraverso la possibilità di chiedere un part-time. In entrambi i casi, però, i costi sostenuti dal datore di lavoro sono quasi completamente a carico dello Stato e sono finanziati dal risparmio prodotto dall'innalzamento dell'età pensionabile delle donne. L'innalzamento dell'età pensionabile delle donne è vissuto ancora oggi nel nostro Paese come un tabù. Ma occorre vederlo sotto una luce diversa, come un'opportunità in più per le donne che lo vorranno di stare accanto al proprio figlio prima, trattenendosi qualche anno in più al lavoro dopo. Infine, la proposta di legge vuole istituire, sul modello tedesco, una specifica indennità di genitore che sia per le famiglie italiane, e per le donne in particolare, uno strumento concreto, coerente, costante e, per quanto possibile, modulato a seconda della situazione economica di ogni singola famiglia, un riferimento sicuro per affrontare con le dovute serenità e sicurezza la scelta di essere madre. Bisogna uscire dal vicolo cieco "o madre o lavoratrice" e prendere la strada "Madre ma anche lavoratrice". E' un'opportunità non solo per le donne ma per la società ed il mondo del lavoro. Il testo integrale dela proposta di legge la potete trovare sul mio sito http://www.massimodonadi.it/parlamento.php



Respingiamo al mittente l'accusa di essere giustizialisti. E vi spieghiamo il perchè



Abbiamo tagliato il grasso alla politica
- L'abolizione del 60% delle circoscrizioni comunali (365 sulle attuali 616), con la norma che ne impedisce la costituzioni a città sotto i 250 mila abitanti. Cambia anche il sistema delle "deroghe", per un risparmio complessivo di circa 313 milioni di euro. Un esempio concreto? Spariranno le 13 circoscrizioni di Nuoro, una ogni 3 mila abitanti, quasi un grande condominio! Addio allle 10 circoscrizioni di Biella e Viterbo (rispettivamente 40mila e 60 mila abitanti); alle 14 di Asti che conta 70 mila abitanti.
- Seconda misura ottenuta: il taglio del 40% dei costi delle comunità montane. Le regioni dovranno decidere quali far saltare, ma se non lo faranno presto potrà intervenire il governo che, comunque, ha ridotto i trasferimenti.
- Abolizione della legge "mancia". ''Un obolo che si concedeva a ogni deputato'' che distribuiva risorse statali nel proprio collegio elettorale. Abbiamo incontrato resistente pazzesche, tanto che i fautori della legge obolo sono riusciti a farla prorogare con il decreto mille proroghe ma solo per le richieste relative alla legge 2007.
- Altro intervento contro gli ''sprechi'', la riduzione del 50% degli amministratori dei consorzi obbligatori di bonifica. I Cda, infatti, vengono equiparati a quelli delle societa' partecipate dal pubblico.



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