Lodo al nano

Siamo di fronte ad un presidente del Consiglio che, secondo il giudizio di decine di magistrati, ha corrotto giudici per avere sentenze favorevoli, ha creato immensi fondi neri all’estero per pagare tangenti e commettere azioni illecite. A questo punto, la questione non è più neanche se il Lodo Alfano è incostituzionale. La questione è che siamo di fronte ad un uomo che, per sfuggire alle proprie condanne, umilia il Parlamento, riducendolo a fare leggi nel suo solo interesse. Questo potrebbe accadere in quale stato di quale repubblica delle banane. Non in Italia. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

E' un corruttore

foto-cir-mondadori “È da ritenere,  "incidenter tantum" e ai soli fini civilistici del presente giudizio, che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede. La corresponsabilità comporta, come logica conseguenza, la responsabilità della stessa Fininvest, questo “per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministratore, commesso nell'attività gestoria della società medesima”. Queste, in estrema sintesi, le motivazioni della sentenza su Fivinvest-Cir espresse oggi dai giudici di Milano. Facciamo un balzo indietro. Il 13 luglio 2007, la II sezione penale della Cassazione ha reso definitiva la condanna ad un anno e sei mesi per Cesare Previti. La sentenza stabilisce in modo definitivo che la sentenza del 14 gennaio del 1991 con cui la Corte di appello di Roma (relatore ed estensore della sentenza il giudice Vittorio Metta, anche lui condannato) dava la maggioranza della Mondadori a Silvio Berlusconi era frutto di corruzione. La sentenza di appello del processo Mondadori a carico di Previti, confermata dalla Cassazione, dice esplicitamente che il Cavaliere aveva “la piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio”. Del resto, “la retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore”, cioè di Silvio Berlusconi. Il denaro adoperato per la corruzione proviene dal conto “All Iberian”, che, secondo i suoi stessi avvocati, era un conto personale di Berlusconi. Due sentenze che ribadiscono un solo concetto. Allora, o davvero siamo in presenza di una congiura di magistrati comunisti, o Silvio Berlusconi è davvero un corruttore. Noi propendiamo per la seconda ipotesi. Notizia dell’ultima ora. I capigruppo della Pdl, Cicchitto, Gasparri, Bocchino e Quagliariello, in una nota congiunta,  pronunciano testuali parole : “Gli attacchi che fuoriescano dai canoni dell'opposizioni democratica, dura ma rispettosa delle istituzioni, ci portano ad assicurare che, in Parlamento cosi' come nel Paese, forti di un consenso chiaramente e piu' volte espresso dagli italiani, il centrodestra proseguira' nella politica del fare e del governare, che nessun disegno eversivo potra' sconfiggere". Ebbene, a questi signori rispondiamo che i veri eversori al soldo di Berlusconi sono loro e che si dovrebbero vergognare. Urlare all’eversione per difendere in Parlamento gli interessi privati di Berlusconi è un atto gravissimo e senza precedenti. Questa maggioranza non ha ritegno e schiera il Parlamento come parte in causa per difendere gli affari del padrone. La sovranità popolare è un bene collettivo che non può essere usato indegnamente come foglia di fico dal centrodestra per difendere in una causa civile gli interessi patrimoniali del premier. Vorremo che almeno stavolta, le alte cariche dello Stato, in particolare i presidenti delle Camere, sempre così solerti a stigmatizzare i toni dell’opposizione dell’Idv, intervenissero a difesa del Parlamento.

Iniziativa antilegalitaria del PDL

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Pubblico una mia intervista apparsa ieri sul quotidiano  “Il Piccolo”. Vorrei conoscere la vostra opinione in merito.

 

Berlusconi è un uomo sempre più solo. La sua maggioranza è una nave che comincia ad affondare con i topi che fuggono.

Il Pdl è pronto, secondo il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, a «organizzare una grande manifestazione contro l'attacco a Silvio Berlusconi» citando anche la sentenza sul lodo Mondadori...

È uno dei tanti esempi della cultura anti-legalitaria del centrodestra per cui le sentenze della magistratura sono un esproprio.

 

Potrebbe avere successo?

Credo sia una manifestazione che sta soltanto nella testa di Cicchitto.

 

“Firmare lo scudo fiscale è stato un atto vile”. Ha condiviso l'attacco frontale di sabato al Quirinale di Antonio Di Pietro?

Il Presidente della Repubblica avrebbe potuto rinviare alle Camere questo provvedimento. Come gesto politico. Detto questo, personalmente, mantengo inalterata la mia stima nell'operato di Giorgio Napolitano

 

“Questa porcata non andava promulgata” scrive sul blog Di Pietro. L'impressione è che usiate un linguaggio leghista per avere le prime pagine dei giornali?

Io rispondo del mio linguaggio. Personalmente non credo che il Paese abbia bisogno di stimoli ulteriori.

 

Il deputato dell'Idv Francesco Barbato è arrivato alla Camera ad accusare il premier di essere “mafioso”...

Si è trattato di un'intenzione condivisibile espressa in un modo sbagliato. Il punto è che questo governo ha approvato una legge che è un regalo colossale alle mafie e ai criminali in generale.

 

Il segretario in pectore del Pd Pierluigi Bersani ha dichiarato che gli attacchi al Quirinale “sono il miglior regalo che si possa fare a Berlusconi”.

Il miglior regalo è non andare in aula. Se l'opposizione fosse stata compattamente presente alla Camera - l'Idv lo era - lo scudo fiscale non sarebbe passato.

 

Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha ricevuto i suoi complimenti. Un caso?

Si è dimostrato un vero galantuomo. In un contesto come questo e in un momento difficile ha avuto il coraggio di rifiutare un privilegio vergognoso come il lodo Alfano. Dimostra di avere la coscienza a posto.

 

“La libertà di informazione è sotto stretta vigilanza” ha dichiarato a margine della manifestazione di sabato in Piazza del Popolo...

C'è un governo che controlla cinque televisioni su sei e sta cercando di far scomparire dalla televisione pubblica le notizie. Si può dire solo quello che fa comodo al governo, chi racconta notizie scomode deve chiudere e chi come Idv fa un'opposizione scomoda scompare dai telegiornali. Noi non accettiamo che l'Italia sia 70esima nel mondo per libertà di informazione, perché la libertà di informazione è il cuore della democrazia.

 

Il ministro Renato Brunetta, suo concittadino, ha proposto che all'inizio di tutti i programmi della Rai insieme al nome dei giornalisti venga reso noto anche l'ammontare del loro stipendio. Condivide questa «operazione trasparenza»?

Brunetta ormai è un esperto di iniziative strampalate. Sono spesso solo trovate demagogiche per guadagnare il titolo di un giornale.

 

Beppe Grillo, presentando ieri il suo “Movimento a 5 stelle”, ha dichiarato che “Di Pietro va difeso. È un monumento per quello che fa”?

Ringrazio, ovviamente, Beppe Grillo per gli apprezzamenti. Detto questo, l'Italia dei valori e Beppe Grillo hanno progetti molto diversi. L'Idv nasce come forza di governo, Grillo intende portare avanti le istanze dei cittadini.

(N.B. Questa mia risposta è stata trascritta in modo davvero molto improprio. Ci mancherebbe altro che un partito non porti avanti le istanze dei cittadini!!!! Al giornalista,  ho detto che il movimento di Grillo, non accettando alleanze, ha scelto di dare soltanto voce al malessere dei cittadini. L’Italia dei Valori, invece, cerca di trasformare queste istanze in proposta alternativa di governo. Due scelte legittime ma, per l’appunto, diverse).

 

All'iniziativa di Grillo c'era anche il vostro europarlamentare Luigi de Magistris che ha parlato di «un dialogo aperto» con il comico genovese «per un'azione comune». Sono possibili alleanze alle prossime regionali?

L'Idv alle regionali punta a un'alleanza con il centrosinistra. Se in qualche regione si aggiungeranno anche le liste di Grillo, saranno benvenute...

 

Certa stampa parla anche di venti di scissione nell'Italia dei valori a causa della difficile convivenza tra il fondatore Antonio di Pietro e l'ultimo arrivato Luigi de Magistris...

È una cosa che ci fa sorridere. Non esistono due partiti. L'Italia dei valori ha un leader indiscusso come Di Pietro. De Magistris ha cominciato a fare politica pochi mesi fa. Sta muovendo i primi passi.

 

da “il Piccolo” di Fabio Dorigo Trieste

 

CHI E' DAVVERO LA QUINTA COLONNA DI BERLUSCONI

 

foto-casini

 

Oggi, durante il voto finale sullo scudo fiscale, quel campione di oppositore che si chiama Pierferdinando Casini ha definito l’opposizione di Italia dei Valori irresponsabile ed infantile. E ancora, che con un’opposizione come quella di IDV, Berlusconi rimarrà al Governo per altri 60 anni. Parole quelle del leader dell’Udc sottoscritte dall’applauso del Partito Democratico. 

(Leggere per credere. Ecco il link alla pagina del sito della Camera dei Deputati, il riferimento è a pag.21

 Al riguardo, mi limito a menzionare due episodi accaduti in questi giorni che credo, davvero, non abbiano bisogno di commenti.

 Martedì, 29 settembre 2009. Alla Camera dei Deputati, il centrodestra  respinge le pregiudiziali di costituzionalità sullo scudo fiscale presentate dall’opposizione con 50 voti di scarto. Le pregiudiziali sarebbero state approvate ed il provvedimento decaduto se l’opposizione, Pd e Udc, non fosse stata latitante. Alla votazione, infatti, erano assenti:

51 deputati del Pd

6 deputati dell’Udc

2 dell’Idv

 Venerdì, 2 ottobre 2009. Replica. Il centrodestra approva lo scudo fiscale. Il provvedimento al voto finale passa per una differenza di voti risibile (20 voti). Alla votazione erano assenti:

22 deputati del Pd

6 deputati dell’Udc

1 dell’Idv

 Lascio a voi ogni valutazione ed ogni commento sui numeri e su chi Berlusconi deve ringraziare se governerà per altri 60 anni.

 

 

 

LA LETTERA DELLA VERGOGNA

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Oggi pubblico una lettera…

 

"Egr. dott. Mancini nella sua e-mail Lei mi segnala una problematica personale che esula dalle mie competenze. Sarebbe svilente se un On. si dovesse occupare di cassonetti - o monnezza, come dicono a Roma - tanto più se gli stessi si trovano dinanzi ad un´attività imprenditoriale di un privato. Con profondo rammarico noto (...) che lei non comprende

il senso, né la ratio della Mia attività politica! Cercherò di essere chiaro. Lei, alle elezioni che mi hanno visto trionfatore non mi ha votato - anzi più volte nel corso degli anni ha manifestato antipatia nei confronti di Berlusconi (...) E allora - continua la risposta - nasce spontanea una domanda: perché si rivolge alla mia persona? Io per quale motivo dovrei

adoperarmi per lei? Forse mi reputa un idiota che si fa sfruttare da chiunque? Oppure, cosa ancora più offensiva, il suo servetto? Io lavoro solamente per chi mi vota in quanto faccio politica, non il missionario (...)".

 

"Sarebbe svilente e umiliante per la mia persona, la mia competenza e la mia professionalità - prosegue il consigliere capitolino - consentire a chiunque di chiedermi favori che, come nel caso di specie, esulano dalle mie competenze. Pertanto: 1) O si impegna formalmente - stipulando un patto di sangue con il sottoscritto - a votare nel 2013 il sottoscritto on. Patrizio Bianconi al Comune di Roma ed il dir. Andrea Zaerisi al municipio XIX; 2) O, se lei non è intenzionato, non si rivolga alla mia persona".

 

"Desidero infine segnalarle che per avvalersi della mia professionalità deve preventivamente fornirmi: nome, cognome, indirizzo di residenza affinché io possa schedarla nella mia rubrica individuando la sezione elettorale dove lei vota al fine di controllare se esprimerà o meno la preferenza nei miei riguardi. E poi: il suo telefono di casa, il cellulare e l´e-mail al fine di poterla rintracciare quando ci servirà il voto suo e

della sua famiglia. Se non se la sente di instaurare con il sottoscritto tale tipologia di patto - conclude Bianconi – la invito a rivolgersi alle persone che lei vota (...) Io non mi

faccio prendere per il culo da nessuno!"

 

Così risponde il consigliere comunale di Roma Patrizio Bianconi ad un cittadino che gli chiedeva di adoperarsi per spostare un  cassonetto.

Non intendo discutere dello stile e dei toni, non mi interessa e tra l’altro qualificano benissimo la persona senza la necessità di troppe parole. Pongo, però, un problema politico. Qui siamo ben oltre il voto di scambio. Siamo al ricatto, all’intimidazione, all’abuso di potere. Fossimo stati in un Paese normale, un secondo dopo la pubblicazione di questa sconcertante lettera, il consigliere si sarebbe dimesso, carico di vergogna. In un paese normale appunto, non in uno “berlusconizzato”, guastato da 15 anni di Berlusconi in politica. I danni peggiori provocati da questo signore non sono solo quelli sociali ed economici, ma anche e soprattutto quelli culturali. Per recuperare la condivisione collettiva del concetto di etica pubblica, sarà necessaria una lunga e forte azione di “deberlusconizzazione” del Paese, al di là della sua permanenza al governo.

PUNTATA NUMERO 3. CON IL “VERDE” NON RESTIAMO AL VERDE

foto-ecologia Da tempo si discute se investire ingenti risorse economiche nella ricerca tesa allo sviluppo di energie alternative sia o meno  un investimento anche economicamente positivo. In particolare, si discute se la maggiore occupazione prodotta dall'investimento nelle energie alternative e che viene genericamente denominata "green jobs", porti effettivamente ad una crescita economica e del mercato del lavoro o se non sia piuttosto un fuoco di paglia. Il ragionamento che fanno i detrattori è che se per ottenere un certo ammontare di energia inquinante basta il lavoro di una persona, e invece per ottenere la stessa quantità di energia pulita sono necessarie due persone, l'utilizzo di energia ecologica alla lunga provocherebbe disoccupazione perchè il costo dell'energia pulita sarebbe troppo alto e porterebbe a una contrazione della domanda. Sicchè l'aumento dell'occupazione sarebbe soltanto temporaneo e illusorio. Ebbene, un recente studio del Peterson Institute of International Economics dimostra l’esatto contrario partendo da una semplice domanda: se i soldi stanziati con il pacchetto “verde” americano venissero spesi in modo differente, quale sarebbe l'impatto sull'occupazione? I risultati sono sorprendenti: un miliardo di euro speso in energia pulita creerebbe circa 30.000 posti di lavoro all'anno contro i circa 25.000 posti di lavoro che si avrebbero con lo stesso miliardo speso per la costruzione di strade. Dunque, investire nell’industria verde non solo fa bene all’ambiente ma anche all’economia. Inoltre i “green jobs” presentano altri straordinari punti di forza: permettono di riassorbire parte della crisi occupazionale che colpisce settori più tradizionali dell’economia; hanno un valore intrinseco di tutela ambientale; permettono indirettamente una redistribuzione di risorse a favore delle generazioni future. Altro che nucleare, dunque. Le fonti rinnovabili svecchiano il sistema, rilanciano l’economia, creano nuovi posti di lavoro e fanno bene all’ambiente. Cosa aspettiamo?

L’indulto per ladri e mafiosi

i-vitelloni1 Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Il Governo si prepara a  varare il maxi scudo fiscale, uno scandaloso ed ignominioso indulto finanziario per ladri e mafiosi. Lo scudo fiscale di Tremonti, infatti, coprirà tutti, anche coloro che hanno commesso falso in bilancio ed un'altra serie di reati gravissimi. Basterà pagare il 5% sul patrimonio “scudato” ed il gioco è fatto. Questo indulto fiscale è un insulto, uno schiaffo in faccia a tutti i cittadini onesti che pagano, tra Iva, imposte sul reddito e tasse varie,  il 66% delle tasse sui redditi che guadagnano. Con questo atto, il Governo decide di punire di fatto i cittadini onesti che pagano le tasse e premia  i ladri, i corrotti, coloro che hanno redditi altissimi e che le tasse non le hanno mai pagate. Anzi, fa di più. Il Governo, facendo pagare solo il 5% sui redditi a coloro che hanno evaso, in sostanza lascia loro ingenti risorse da spendere, perché il 5% è una cifra ridicola, una bazzecola che non mette paura a nessuno, specialmente a chi ha fatto dell’evasione fiscale un sistema di vita. Questo è il terzo decreto tombale di Berlusconi in 8 anni e lo Stato non ne trarrà nulla di buono. La lotta all’evasione fiscale, infatti, è una cosa seria che nulla ha a che vedere con una politica palesemente lassista e che premia i furbi e i corrotti. E’ proprio dall’evasione fiscale che si sarebbero potute trarre le risorse per approvare due provvedimenti urgenti e non più procrastinabili per uscire dalla crisi. Innanzitutto, la riduzione delle tasse sul lavoro dipendente e, in secondo luogo, la detassazione degli utili reinvestiti in azienda. Due ricette semplici ma indispensabili che un governo responsabile che difende e tutela le fasce sociali più deboli, i disoccupati, le famiglie italiane, le piccole e medie imprese si dovrebbe impegnare a far approvare. Ma questo è il Governo che protegge e tutela i ricchi, i furbi ed i disonesti.

Intervista rilasciata a L’Unità

 

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Pubblico una mia intervista apparsa ieri su “l’Unità”. Vorrei conoscere la vostra opinione in merito.

 

“Il Pd è il nostro alleato naturale, ma non ci deve considerare residuali”

 

L’unica collocazione possibile per l’Idv, “oggi, domani e sempre” è nel centro sinistra. A livello locale come a livello nazionale, con un’unica pregiudiziale: “La massima serietà nella scelta dei candidati”. Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera, toni gentili, parole misurate, non per questo Antonio Di Pietro.

 

Nel centrosinistra per una nuova coalizione, ma alle vostre condizioni.

“Nel centrosinistra sempre – anche se Berlusconi dovesse uscire di scena – e senza venir meno al bipolarismo che non può essere rimesso in discussione. Per  questo abbiamo rilanciano il tema delle alleanze: insieme al Pd vogliamo ricostruire una sinistra moderna e riformatrice che sappia tornare al governo con una proposta concreta e non soltanto perché dall’altra parte c’è Berlusconi£.

 

Intanto però ci sono le amministrative e parecchi problemi in molte regioni. I paletti?

“Siamo convinti che per tornare al governo del paese a partire dalle Regioni non serva soltanto un progetto di contenuti di programma, ma sia necessario recuperare rispetto ad un centro destra che ha dimostrato di avere compromesso una serie di valori etici e morali di riferimento, quella diversità che per tanti anni ha contraddistinto le amministrazioni di centrosinistra”.

 

Tutti uguali?

“Credo che in alcuni casi in questi anni l’idea di buon governo che ha sempre contraddistinto le amministrazioni del centrosinistra sia stata compromessa. Non vogliamo metterci in cattedra e fare i maestrini, ma al Pd diciamo: mettiamoci insieme e ricreiamo questa diversità, ricominciamo a essere la coalizione che mette i migliori amministratori al servizio della collettività, catalizziamo il consenso perché sappiamo gestire il potere riportando il merito al centro. Dobbiamo riaffermare il senso etico di una coalizione di centro sinistra. Il Pd è il nostro alleato naturale, insieme possiamo riuscire nell’impresa. Non escludiamo a priori altre liste, ma a una condizione: chi ha governato male se ne deve andare”.

 

Vendola in Puglia ha governato male?

“Abbiamo dato due giudizi definitivi sulla Calabria e la Campagna. Bassolino e Loiero hanno perso non la fiducia dell’Idv ma di tutti i cittadini campani e calabresi. Quindi vanno mandati a casa, su questo non siamo disponibili a transigere. Sulla Puglia il discorso è aperto, perché abbiamo la sensazione che non sia ancora completamente chiaro se Vendola sia stato vittima di una situazione  a sua insaputa o ci siano anche omissioni a lui riconducibili”.

 

Giorgio Merlo dice “Di Pietro non ha il monopolio della questione morale della politica italiana”. Che gli risponde?

“Non teniamo assolutamente, né lo rivendichiamo. Con altrettanta chiarezza diciamo che non accetteremo di essere una componente residuale dell’alleanza di centrosinistra.

 Siamo convinti che la famosa Unione dove tutto ruotava attorno ad un partito e il resto era un riempitivo per arrivare al 51% non abbia fatto bene al Pd. Soltanto se si accetta questa regola di convivenza comune si può andare avanti e tornare presto al Governo del Paese.

 

I rapporti con D’Alema come vanno?

“Ho la sensazione che l’attuale Pd abbia riunito due culture che hanno sempre ritenuto che al di fuori di loro non ci fosse spazio né dignità per altra politica nel centrosinistra. L’Idv mette a disposizione con umiltà della coalizione il valore della passione, dell’impegno civile, della buona politica e forse varrebbe la pena non sottovalutare tutto questo. Mi è sembrato di cogliere un cambiamento in quello che ha detto Pier Luigi Bersani qualche giorno fa: “Forse in passato nell’immaginare il nostro essere all’interno di una coalizione non siamo stati generosi”.

 

Il grande centro è un’ipotesi realistica?

“E’ un bluff, non c’è lo spazio politico e non ci sono i protagonisti all’altezza di questo progetto. Gli italiani, poi, lo hanno già appoggiato a favore del bipolarismo”.

 

di Maria Zagarelli, 

l'Unità, 21 settembre2009

Berlusconi sul viale del tramonto

dittatore La propaganda di Berlusconi perde colpi. “L’onore e il rispetto”, la fiction andata in onda sull’ammiraglia di casa sua, ha battuto negli ascolti la puntata speciale terremoto di Porta a Porta a reti “oscurate”. Il tonfo clamoroso di ascolti non è un caso. E’ il segnale che qualcosa sta cambiando, è la prova che il declino di Silvio Berlusconi è iniziato. La ripresa identitaria di Alleanza nazionale, la Lega che alza sempre di più il tiro di fronte ad  un premier ormai cotto, la rivolta del governatore del Veneto Galan e questo clima da grandi manovre che si respira, sono i segnali evidenti che la parabola discendente del premier è cominciata. Ma non illudiamoci. Berlusconi non starà li a guardare il mondo crollargli addosso. Più sentirà il potere sfuggirgli di mano, più sarà spietato. Come un lupo braccato morderà inferocito. Gli ultimi mesi del suo governo saranno i peggiori della storia della Repubblica. Verranno tempi cupi, come gli ultimi di Hitler, dove i dossier al veleno di Feltri e i Porta a Porta di propaganda, saranno solo un pallido ricordo. Berlusconi non è un politico. Non ha e non ha mai avuto il senso delle istituzioni. Non ha quei valori che caratterizzano un vero servitore dello Stato, né tantomeno la caratura di uno statista. E’ un imprenditore spregiudicato, un tycoon pieno di sé, assetato di potere, che ha usato la politica, lo Stato e le istituzioni per uscire dai suoi guai giudiziari, per coprire le sue nefandezze. Ha un solo motto ed un solo credo “Io sono il miglior presidente degli ultimi 150 anni. Dopo di me il deserto”. Per questo, come un leone vecchio e malato allontanato dal branco, colpirà senza pietà e con ogni mezzo chiunque oserà mettersi di traverso, chiunque oserà sbarrargli la strada. La sua uscita di scena non sarà indenne. Userà ogni mezzo per non far spegnere l’ultimo riflettore sul suo viale del tramonto. Sono profondamente convinto che toccherà prepararsi al peggio. Ma dopo ogni Medioevo ci sarà il Rinascimento. Noi siamo pronti sin da ora a gettare le basi per una politica che si metta finalmente al servizio del Paese.

Fini ora dica no a videocrazia imperante

silvio-berlusconi-vespa   Fino a due mesi fa pensavo che Gianfranco Fini, nell’eterno gioco dei buoni e dei cattivi, svolgesse il ruolo del poliziotto buono e Berlusconi quello del poliziotto cattivo ma che, in realtà, fossero le facce di una stessa medaglia. Su questo tema ci ho fatto pure un post. In queste ultime settimane, tuttavia, qualcosa è cambiato e sarebbe scorretto non prenderne atto. Il presidente della Camera ha infatti dimostrato una determinazione e una coerenza sorprendente. Ha alzato il tono del confronto, ha smosso le acque nel suo schieramento politico, ha messo il dito nella piaga, ovvero, in quel cesarismo dilagante che caratterizza ormai il centrodestra, ha sferzato l’alleato storico, ha risposto con parole chiare ed inequivocabili alle domande sui temi etici per i quali i politici sono soliti usare infiniti giri di parole per approdare al nulla. Ha mostrato, insomma, un’onestà intellettuale di cui gli va dato atto e per la quale sta già pagando il conto, arrivato puntuale sul suo tavolo sotto forma di editoriali infamanti pubblicati dai giornali di famiglia del premier. Ora, però, resta un ultimo ma decisivo passaggio. Se davvero Gianfranco Fini ha intenzione di fare sul serio, e di riportare la democrazia nello schieramento di centrodestra, deve combattere a viso aperto questa ormai imperante videocrazia, che ha annullato il confronto politico e ha ridotto la politica ad uno spot vuoto e fasullo. Deve pronunciarsi con chiarezza e passare, un minuto dopo, dalle parole ai fatti. Chi, come il presidente della Camera, ha conosciuto entrambe le stagioni, ovvero quella dell’oro, che gli ha permesso di abbeverarsi all’impero mediatico di Berlusconi, e quella del piombo, ovvero della cacciata dall’Eden perché divenuto scomodo, sa bene di cosa parlo. Passare dalle parole ai fatti significa dire no a questa videocrazia spregevole; significa contribuire concretamente a ripristinare i livelli minimi di terzietà della comunicazione; significa favorire in Parlamento una seria legge sul conflitto di interessi che ponga rimedio a questo fascismo mediatico prima che sia troppo tardi; significa prendere una posizione netta ed inequivocabile a favore del pluralismo dell’informazione; significa, insomma, contribuire ad improntare un complesso di regole che ponga una barriera invalicabile tra potere politico e potere dell'informazione. Lo scatto di reni del presidente della Camera è encomiabile, ma ancora non basta. Oggi, chi davvero ha a cuore il futuro della nostra democrazia, a qualsiasi schieramento appartenga, deve aver il coraggio di battersi al di la di ideologie e di schieramenti politici per mettere al centro dell’agenda politica italiana l'approvazione di una legge sull'informazione che stronchi definitivamente la videocrazia imperante.  Da questo capiremo se davvero, per un futuro non troppo lontano, nel nostro paese si può sperare in un ritorno alla normalità democratica.